CCMGS DEL 3 MARZO 2022
Corti da Oscar, un’opera prima di un giovane regista italiano e un’opera prima passata alla storia del cinema italiano: ecco cosa c’è oggi su CCMGS
di Emma Cacciatori
Manca poco meno di un mese al 27 marzo e alla più lunga notte dell’anno al Dolby Theatre di Hollywood, ma per non arrivare impreparati al toto Oscar è bene cominciare a vedere in questo CCMGS cosa c’è in concorso stavolta. E partiamo dalla categoria cortometraggi con una piccola selezione dei tre più facilmente fruibili anche online tra i cinque selezionati. Poi ci occuperemo di un lungometraggio di un giovane regista italiano di seconda generazione, per concludere ricordando che, a ridosso del centenario dalla nascita di Pier Paolo Pasolini, numerose sale cinematografiche della penisola gli rendono omaggio con proiezioni dei suoi film.
CCMGS SPECIALE OSCAR: I CORTOMETRAGGI
Audible è un documentario di 38 minuti che potete trovare anche su Netflix. Inizia e finisce con una partita di football americano, la prima persa, la seconda vinta da una squadra di un college del Maryland per sordomuti. Durante le partite la macchina da presa si muove sul campo, ma soprattutto registra schegge di rumori, spezzoni di grida attutite, tonfi, vibrazioni: quello che può percepire un giocatore sordomuto. Tra le due partite, si intravvedono le storie di alcuni ragazzi di quella scuola, si coglie la loro solitudine, il dramma delle continue discriminazioni subite, la paura del dopo. Perché, per ora le lunghe e dure ore di allenamento, l’adrenalina delle gare, l’orgoglio delle vittorie, l’appartenenza a un gruppo solidale li difendono dal mondo di fuori. Ma dopo?
Parla di discriminazione anche The Long Goodbye, il corto di Aneil Karia che vede come coautore e protagonista Riz Ahmed. Quest’ultimo è attore, artista, musicista e scrittore e – guarda le coincidenze – aveva intrepretato il protagonista che progressivamente perde l’udito in Sound of metal. Qui il messaggio arriva come un violento pugno nello stomaco dello spettatore. Il tutto si svolge in 11 minuti divisi in tre parti, a cui possiamo solo accennare per non annacquare lo shock che il messaggio vuole comunicare: nella prima sequenza una famiglia indiana residente in un quartiere di una città inglese si prepara ad un matrimonio. Improvvisamente un gruppo di uomini armati e mascherati irrompe con estrema violenza nella normalità della loro casa. Nella drammatica conclusione, Riz Ahmed recita alcuni versi presi dall’album che porta lo stesso titolo del film: “Ora tutti, ovunque gli chiedono da dove vengono/ Se vuoi che me ne torni da dove sono venuto, allora, fratello, ho bisogno di una mappa […] La mia tribù è alla ricerca di una terra che per noi fu persa/ Il suo nome è dignità / Perciò, fratello, da dove vengo non è un tuo problema”.
Bestia è un cort animato del regista Hugo Covarrubias. Anche qui una storia muta, dove i personaggi, lustri bambolotti inespressivi, non parlano mai. Siamo nel 1975 e la protagonista (trasposizione nelle finzione di una donna realmente vissuta, Ingrid Olderöck) è una aguzzina della polizia segreta di Pinochet, che usa il suo cane per torturare i dissidenti arrestati. Nei 15 minuti del corto lo spettatore assiste alla quotidianità di un carnefice, nell’esercizio diligente della violenza, ma anche nei gesti della normalità di ogni giorno e nei recessi della sua mente, abitata da solitudine, frustrazioni, fantasmi e paure. Senza empatia, ma, ancora una volta per riflettere sulla banalità del male.
Bestia lo puoi vedere qui.
CCMGS AL CINEMA: ‘IL LEGIONARIO’ (2021)
Hleb Papou è un giovane regista italiano di seconda generazione: nato in Bielorussia 31 anni fa, è stato adottato da genitori italiani nel 2003. Il legionario è il suo primo lungometraggio, rielaborazione del corto presentato alla sua tesi di laurea al Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma. La storia, ispirata alla realtà, si serve di più generi, utilizzando il registro documentaristico, del dramma psicologico e del film d’azione. Parte della storia è focalizzata in un palazzone romano nei pressi del quartiere di San Giovanni abitato abusivamente da 150 famiglie e reso noto al pubblico quando il cardinal Krajewski, elemosiniere del Papa, vi si recò per togliere i sigilli che erano stati applicati ai contatori per insolvenza. Altro scenario messo a fuoco dal film è quello del reparto mobile antisommossa della capitale. Trait d’union tra i due ambienti è Daniel (interpretato da Germano Gentile), un africano nato e vissuto proprio in quel condominio, dove ancora vive la madre e il fratello. Egli li ha lasciati e in qualche modo ripudiati, per vivere da italiano, indossando la divisa, unico poliziotto nero del reparto della Mobile capitolina. Qui la sua vita non è facile, ma il protagonista fa di tutto per integrarsi col pesante cameratismo dei commilitoni. La scintilla scocca quando l’unità antisommossa di cui fa parte Daniel dovrà occuparsi dello sgombero degli abusivi del quartiere S. Giovanni, il cui leader, nel rispetto dei meccanismi narrativi, è il fratello del protagonista. Ora l’analisi sociale lascia il posto ai dilemmi di Daniel, diviso tra il rispetto della legge e quello della famiglia e i tra l’identità conquistata con la cittadinanza e quella rimossa delle radici.
CCMGS PASOLINI: ‘ACCATTONE’ (1961)
Per l’anniversario del centenario dalla nascita di Pier Paolo Pasolini si moltipicano in tutta Italia le iniziative per ricordarlo. Intelletuale polivalente, Pasolini si è espresso anche con il cinema cominciando da Accattone, prima prova registica dello scrittore. Siamo nel 1961. Pasolini trasporta sullo schermo, con un linguaggio cinematografico scandalosamente spoglio, i personaggi dei suoi romanzi di quegli anni, Ragazzi di vita e Una vita Violenta. Affida a Franco Citti (fratello di Sergio, il “dizionario vivente” che gli aveva insegnato il dialetto romanesco) il ruolo di un sottoproletario malandrino e sgradevole, ma ai suoi occhi autentico, destinato a soccombere a un mondo che stava inesorabilmente cambiando. Il film, che non ottenne il visto della censura, fu comunque presentato al Festival di Venezia e da lì passò a Parigi, dove fu accolto con entusiasmo. Da allora, a più di sessant’anni, tanta acqua è passata sotto ai ponti, ma il film è restato qui, a farsi vedere: “Ma ‘o sai chi è Accattone? Accattone manco ‘o fiume s’o porta via”, dice il protagonista per autodenigrarsi, ma non sapeva che la sua era una profezia della sua longevità.
A Milano è in programmazione al Beltrade
Puoi seguire CCMGS – e contribuire alle scelte della prossima puntata – su IG e Facebook. Per entrare nel gruppo occorre rispondere a una domanda facile su un film di Nanni Moretti, quindi arrivare preparati!
Nella foto in alto: Immagine da ‘Stringimi Forte’ di Mathieu Amalric, foto di Les Films du Poisson
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