ZERO MOTORCYCLES – LE NUOVE DUE RUOTE
Il brand americano di moto elettriche cresce nei mercati europei e cerca ogni giorno di vincere la sfida più difficile della nuova mobilità: convincere i motociclisti che il piacere di guida non è un’esclusiva dei motori a scoppio
di Enrico S. Benincasa
«Siamo un’azienda che fa motocicli, ma siamo anche un’azienda di ingegneria e di software». A un certo punto della nostra intervista Umberto Uccelli descrive così Zero Motorcycles, l’azienda americana specializzata in moto elettriche per il quale ricopre la carica di Vice President and Managing Director a livello EMEA. Nata 16 anni fa in un garage californiano, Zero è oggi una delle realtà più interessanti del mondo delle due ruote con i suoi modelli 100% elettrici. Attenzione, non parliamo di scooter, ma di moto da strada, guidabili in Italia solo con patente A, che sono un concentrato di tecnologie complesse e che, come tutti i veicoli elettrici, hanno emissioni zero. Un settore in cui le grandi case non sono ancora entrate in maniera decisa ma, come ci ha ricordato Umberto, la direzione verso la quale il mercato si muoverà è questa.
Quali sono i tre momenti più significativi della storia di Zero Motorcycles?
Il primo momento è ovviamente la nascita del progetto, con gli esperimenti del fondatore Neal Saiki nel suo garage di Santa Cruz, in California, su un telaio di una bici da cross. Il secondo è l’ingresso di un hedge fund americano, che ha deciso di supportare e investire in questa azienda dando la possibilità al progetto di anda- re avanti. L’ultimo momento è l’ingresso della nuova piattaforma da cui abbiamo sviluppato tre modelli, la SR/S, la SR/F e la DSR/X, che ci ha fatto fare un grande passo avanti in termini di qualità e tecnologia.
La mobilità elettrica è una delle sfide del futuro, ma certamente per storia e tipologia di utente la vostra è più particolare – se non difficile – rispetto a chi opera nelle quattro ruote o nella micro mobilità. È d’accordo?
È una sfida diversa rispetto alle auto, ma anche rispetto a scooter e altri mezzi che utilizziamo per il commuting. Il motociclista è generalmente un appassionato, che con il mezzo ha un rapporto diverso, quasi d’amore. Anche una moto elettrica, però, può trasmettere passione: è un’esperienza di guida diversa, dove ci si concentra sul divertimento. Il centro di tutto è farla provare: nel tempo ci siamo accorti che, dopo i test drive, vediamo “spuntare” un sacco di sorrisi una volta tolti i caschi.
La moto elettrica è una possibilità anche per il turismo?
Per molti il turismo in moto associato con l’elettrico è un ossimoro. Ovvio che non è per tutti, perché per fare anche un “fuori porta” con una moto elettrica bisogna organizzarsi, ma autonomia e tempi di ricarica lo consentono (le moto di Zero Motorcycles arrivano a circa 360 chilometri di autonomia e si ricaricano in un’ora, NdR). Con la tecnologia attuale, riteniamo che la maggior parte dei motociclisti abbia, su questo lato, una risposta alle proprie esigenze.
Quando vedremo i grandi player giapponesi ed europei del mercato investire in maniera massiva nella moto elettrica?
Il punto principale è che realizzare un prodotto di livello è ancora più complesso rispetto alla quattro ruote, basti pensare alle necessità di gestire una coppia importante come quella dei motori elettrici su una due ruote. Bisogna costruire dei mezzi che siano piacevoli da guidare, che facciano divertire e questo comporta molto lavoro a livello di ingegneria meccanica ed elettronica. Le case giapponesi hanno sempre avuto prodotti con una tecnologia consolidata, stanno studiando da tanti anni questo settore e arriveranno con dei prodotti fedeli alla loro attitudine. Ci metteranno forse di più rispetto a case come per esempio Triumph o Ducati, che probabilmente arriveranno prima dei colossi nipponici.
Come vi ponete nei confronti della sostenibilità?
I nostri fornitori e partner sono certificati e sensibili alle problematiche legate all’inquinamento. La produzione stessa di qualunque prodotto, come è noto, ha un costo ambientale e cerchiamo di fare il possibile per ridurlo. Un mezzo come questo, nel suo arco temporale di vita, riduce di gran lunga le emissioni nell’ambiente, ma il tutto è ovviamente legato, come del resto per le auto e per la micro mobilità, a come viene prodotta a monte l’energia.
Quali sono i mercati europei in cui siete più presenti?
Francia, Germania e Inghilterra, ma abbiamo numeri importanti anche in Scandinavia. L’Italia è il mercato numero uno d’Europa per le due ruote, ma ancora non lo è nell’elettrico. Siamo il mercato con più potenziale, abbiamo tradizione e competenza, è solo questione di tempo perché anche qui ci si innamori del due ruote elettrico.
Articolo pubblicato su WU 116 (ottobre – novembre 2022)
Zero Motorcycles su IG
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