CINQUE SERIE TV DA RECUPERARE QUESTA ESTATE
L’estate può essere un buon momento per recuperare una serie tv che, al momento dell’uscita, non abbiamo affrontato per mancanza di tempo. Ecco cinque consigli di titoli che, anche se con qualche anno sulle spalle, meritano di essere riconsiderati
di Matteo Torterolo
Sarà per il bene che gli voglio, ma luglio finisce sempre dannatamente presto. Per fortuna, con l’arrivo di agosto arriva il momento di rispolverare i buoni propositi accumulati negli ultimi tempi: leggere quel libro che ci eravamo segnati, visitare quel posto che abbiamo sempre voluto visitare, ascoltare quei due o tre (o diecimila, personalmente) album che abbiamo fatto solo in tempo a salvare tra i preferiti su Spotify… Oppure rispolverare quella serie tv che ci consigliarono settimane, mesi o anche anni fa.
Se mai vi trovaste a corto di idee, o aveste voglia di sperimentare nuove avventure magari andando anche un po’ indietro negli anni, ecco qui una personalissima lista di suggerimenti.
The Night of – Cosa è successo quella notte (2016)
La vita dello studente universitario Nasir Khan precipita nel caos quando una sera esce da casa sua nel Queens di New York e ruba il taxi del padre per raggiungere una festa a Manhattan. Naz finisce per perdersi e per dare un passaggio a una ragazza con cui trascorre la serata, salvo risvegliarsi nel cuore della notte nella sua cucina e scoprire che… chiudiamo qui per evitare spoiler.
Nei panni dell’improbabile avvocato difensore John Stone, troviamo uno straordinario – tanto per cambiare – John Turturro, che ha sostituito James Gandolfini dopo la morte dell’attore dei Sopranos per il quale era stata pensata la serie (e il forfait last minute di Robert De Niro per altri impegni recitativi). Un noir urbano torbido e soffocante, ma anche straordinariamente ironico, una miniserie in otto puntate che non rischia decisamente di farvi annoiare.
Carnivàle (2003-2005)
Una delle prime megaproduzioni targate HBO, Carnivàle ha rappresentato uno dei primissimi fenomeni televisivi capaci di mobilitare un numero consistente di fan, soprattutto dopo la prematura cancellazione. Siamo negli Stati Uniti della Grande Depressione. Mentre tempeste di sabbia e malattie devastavano le Grandi Pianure nordamericane, un circo itinerante, capeggiato da una misteriosa personalità, raccatta durante il viaggio un giovane orfano con una misteriosa catena al piede. Il ragazzo si rivelerà ben presto qualcosa di più di un semplice contadino fuggiasco. Intanto, un carismatico prete inizia la propria ascesa come influente predicatore.
Un plot scritto (e sviluppato) magistralmente, un racconto sull’eterna lotta tra bene e male tra echi dark, fantasy e mistero, per quella che – anche riguardata a ormai venti anni di distanza dall’esordio – resta una tra le migliori serie mai prodotte nel genere. E non solo.
Midnight Diner (2009-2019)
Anche qui tocca andare un po’ indietro nel tempo, ma vale decisamente la pena per recuperare questa serie tv giapponese, diretta da Joji Matsuoka e ispirata al manga La taverna di mezzanotte di Yarō Abe. In un izakaya (letteralmente “negozio di saké dove ci si siede”, sorta di pub giapponese dall’atmosfera informale ormai parecchio diffuso anche in Italia) situato nel quartiere di Shinjuku, nel centro di Tokyo, aperto da mezzanotte alle sette del mattino, uno chef, da tutti chiamato “Master” e con una vistosa cicatrice sul viso, accoglie i suoi clienti che hanno terminato il lavoro, ma che ancora non hanno voglia di tornare a casa. La taverna ha un menu piuttosto basilare, ma i clienti possono chiedere qualsiasi piatto di loro voglia e, se ha gli ingredienti necessari, Master lo cucinerà per loro. Ogni episodio rappresenta una storia a sé in questa serie che rappresenta un autentico gioiello di delicatezza e di profondità. Per chi ha sete di introspezione, o per chi ama semplicemente fermarsi a fare due chiacchiere al chiosco notturno sotto casa prima di andare a dormire.
The Americans (2013-2018)
Stati Uniti, anni ottanta. Philip (Matthew Rhys) ed Elizabeth Jennings (Keri Russell) sono in realtà Mischa e Nadezhda, due spie del KGB incaricate di agire sotto copertura sul territorio americano. La missione è totalizzante, la coppia dovrà inserirsi completamente nella cultura a stelle e strisce dando vita a una famiglia vera e propria e, nel frattempo, prendere parte a innumerevoli operazioni di spionaggio. Un’esistenza scissa in due, ove dubiteranno sempre più spesso di quale sia la vita reale e quale no. Sullo sfondo “la storia”, mutevole e capricciosa, pronta a chiudere uno dei suoi capitoli più controversi: l’ultimo decennio della Guerra Fredda. Coccolata dalla critica, un po’ meno dal pubblico, The Americans è – insieme a Chernobyl – una delle migliori serie tv del genere “storico”: per la ricostruzione impeccabile del clima e delle vicende della cosiddetta “caccia alle streghe”, per l’intreccio, per l’impressionante trasformismo dell’interpretazione di Rhys, ma anche per la capacità di chiudere in bellezza. Perché l’importante si sa, mai come in una serie, è finire.
The Punisher (2017-2019)
Premetto: non sono un cultore dei fumetti e mi rivolgo, con massimo rispetto per gli appassionati, a chi come il sottoscritto non è un habitué di casa Marvel. Perché se è probabile la serie in questione, magistralmente interpretata da un Jon Bernthal in stato di grazia (tra le scelte più azzeccate di sempre a livello di attori protagonisti) rappresenti un cult per gli amanti del genere, sono convinto che possa costituire una (ri)scoperta inaspettata per tanti. Al centro della vicenda c’è Frank Castle, veterano di guerra pluridecorato dello U.S. Marine Corps che in seguito al brutale omicidio della sua famiglia diventa uno spietato vigilante, determinato a ripulire dal crimine le strade di New York e del mondo. Sangue, violenza, sparatorie e sesso assortito si susseguono – del resto siamo in un fumetto, cosa pretendete? – in una storia potente, spietata e dalle tinte nerissime, che rende finalmente finalmente giustizia al suo eroe, nato nel 1974 nella serie di Spider Man e arrivato in precedenza al cinema con fortune decisamente alterne grazie a Dolph Lundgren (Il vendicatore, 1989), Thomas Jane (The Punisher, 2004) e Ray Stevenson (Punisher: War Zone, 2008).
Nella foto in alto: ‘Midnight Diner’, courtesy Netflix
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