‘NOSTALGIA’ DI MELODY BOSSAN
Oltrepassare i confini ed esplorare i territori della creatività, trasformando un semplice pezzo di testo in immagini incredibilmente dettagliate in pochi istanti, con un ritmo quasi sovrumano. Melody “LeMoon” Bossan ha scoperto le potenzialità dell’intelligenza artificiale nell’agosto 2022 e ha reso questo strumento la sua “bacchetta magica” attraverso cui dare vita alle idee più sfrenate, radicate in un immaginario vintage lontano ammantato di onirismo
di Alessandra Lanza
Come creavi prima e come integri questi strumenti?
Mi affidavo ai metodi tradizionali, con i loro limiti: video, fotografia, design grafico. La cosa davvero notevole è la velocità con cui l’AI mi consente di esplorare: è un acceleratore e un mezzo unico per entrare nelle profondità del subconscio umano, un regno dove la fantasia non conosce limiti. Non sostituisce per me i metodi collaudati e le competenze artistiche, ma le integra ed è il collante definitivo che migliora il mio processo creativo, abbracciandone le qualità intrinseche. La possibilità di ricavare immagini dai sentimenti, anche a partire da quella che potrebbe sembrare un’insalata di parole confusa, è straordinaria. In me ha creato una sorta di dipendenza, in senso terapeutico. Ho sempre subito il fascino di immagini e narrazioni e sognavo di diventare regista, ma la vita per me ha avuto altri piani.
Come funziona il tuo processo creativo?
Di solito inizia con un’immagine abbastanza chiara nella mia testa, anche se a volte è come fissare la famigerata pagina bianca. In quel caso l’AI diventa la scintilla creativa: utilizzo spesso tool come “descrivi” o “caos” per avviare il processo quando non ho un’idea iniziale, è come avere un compagno di brainstorming. Ottenere il messaggio giusto è fondamentale: la mia regola d’oro è testare un prompt cinque volte, poi provare qualcos’altro se il risultato non mi convince.
Da dove viene il tuo immaginario vintage?
La mia ispirazione è radicata nella complessità della vita e dell’esperienza umana. Ho ereditato l’amore per il passato da mia madre, antiquaria che ha instillato in me la passione per l’estetica vintage, in particolare per gli stili eleganti del Ventesimo secolo, a cominciare dall’Art Déco degli anni Venti. Questo aggiunge uno strato di nostalgia alla mia arte, creando un ponte tra reale e surreale.
Come può essere riconoscibile una creatività che utilizza l’intelligenza artificiale?
Creare uno stile distintivo nell’arte ai significa rimanere fedeli al proprio gusto artistico: scegliere temi specifici, tavolozze di colori, parole ed estetica che risuonano con te. Se rimani fedele a ciò che ami, la tua visione unica trasparirà naturalmente. È tutta una questione di autenticità, questa è la chiave per connettersi con il tuo pubblico.
Quanto velocemente un creativo può imparare a usare l’intelligenza artificiale?
Il viaggio è diverso per ognuno. Con dedizione e pratica si può diventare abili in tempi brevi, il punto è che ci vuole occhio per quel momento ‘aha!’, la capacità di individuare rapidamente l’immagine perfetta. È come avere il talento di un curatore. Familiarità con concetti creativi e comprensione degli strumenti sono ele- menti costitutivi, insieme alla pazienza di sperimentare e iterare. Per me è quando si ottengono almeno 20mila immagini che ci si inizia a sentire professionisti.
MELODY “LEMOON” BOSSAN Artista AI di Nizza, ha un background creativo nella produzione televisiva e nel marketing di videogiochi. Membro del collettivo “French AI Community”, mira ad ampliare i confini dell’arte dell’intelligenza artificiale.
Articolo pubblicato su WU 122 (novembre 2023)
Tutte le foto nella pagina sono di Melody Bossan