NICOLAS JAAR A INNER_SPACES
L’artista statunitense-cileno è stato protagonista a Milano di un doppio appuntamento per Inner_Spaces, andato sold out
di Davide Colli
L’avvicinamento a un’atmosfera più spirituale da parte di Nicolas Jaar era già intuibile dai suoi ultimi album, datati 2020, Cenizas e Telas, nel quale il musicista abbandonava le influenze del clubbing dei suoi primi progetti o di quelli firmati sotto lo pseudonimo di All Against Logic. Tra i suoi tanti appuntamenti sul suolo italiano nel 2024 (le letture del libro Isole, un concerto ad aprile a Roma e la partecipazione col collettivo Darkside al Club to Club) pare quindi coerente il concerto organizzato in collaborazione con Inner_Spaces.
L’11 e il 12 marzo si è tenuta la sonorizzazione del libro del profeta Geremia nella speciale location della Chiesa di San Fedele. Prima dell’inizio della performance viene infatti specificato quanto il ritorno di Nicolas Jaar a Milano dovesse essere, per volere di entrambe le parti, ragionato e che per primo il compositore abbia manifestato l’intenzione di trovare un progetto che valorizzasse l’unicità acustica di un luogo del genere. La storia si incentra sui quarant’anni di lotta del profeta, che finirà per morire inascoltato, per esortare il popolo di Giuda alla conversione e al ritorno alla fedeltà di Dio. L’opera, divisa in sette parti, vede l’accompagnamento della lettura a voce da parte del gruppo Ars Discantica.
La performance è scissa in due tipologie di interventi. Tre parti sono affidate alle Leçons de ténèbres di François Couperin per due soprani e continuo, contraddistinte da un tono più pacato e dolce, costituendo un invito a rivolgersi a Dio per il pentimento. Nicolas Jaar, che agisce nelle parti III, IV e V, si focalizzano sul climax drammatico dell’intera vicenda: l’apice del tormento interiore del profeta. L’artista modifica e ricontestualizza il concetto di sublime musicale, adattandolo agli elementi base della musica ambient ed elettronica, sintetizzatori, echi e vocalizzi mistici in primis.
La Chiesa di San Fedele diffonde e dona vitalità al suono, il quale si ha la sensazione viaggi imperterrito tra i maestosi affreschi del luogo di culto. Una venue più canonica come l’Auditorium probabilmente non sarebbe stata in grado di rendere tale componente così dinamica. Proprio questi interventi rendono irripetibile l’esperienza, parantesi nelle quali il suono prende forma e sostanza del dolore del protagonista, creando un ambiente nel quale è possibile immergersi in un’inedita modalità di introspezione. La speranza, a conti fatti, è che questa non sia l’ultima sua sperimentazione e collisione con il sacro.
La foto in alto di Nicolas Jaar è di Callie Barlow
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