CRYPTOVERSE
Davide Aichino si è avvicinato nel 2021 al mondo della cripto arte e, più che sui valori economici delle opere e sulla bolla speculativa, si è concentrato sugli artisti e sulle loro storie, avvicinandoli con la sua macchina fotografica
di Enrico S. Benincasa
Cryptoverse è un progetto focalizzato sulla scena italiana della cripto arte che Davide Aichino, fotografo con base a Milano ma originario di Ivrea, ha realizzato a partire dal 2021 nella coda finale della pandemia. In quel periodo l’attenzione per questo movimento era focalizzata sulle quotazioni delle opere NFT e sulla conseguente bolla speculativa, che aveva acceso i riflettori dei media di settore e non solo. L’interesse di Davide, però, sin dal principio si dimostra diverso: «Non conoscevo bene il mondo delle gallerie e dell’arte contemporanea, ma mi sono sentito attratto da quello della cripto arte per il suo carattere dirompente. Mi interessavano tanto i meccanismi della certificazione e della tokenizzazione quanto il fatto che, artisti pressoché sconosciuti, potessero pubblicare opere su piattaforme seguite come OpenSea e SuperRare senza necessità di mediazione».
Davide decide quindi di approfondire questo mondo partendo da un punto di vista fino a quel momento non considerato: «Mi sono reso conto di come la narrazione fosse incentrata sul fenomeno speculativo e non sugli artisti e sulle loro storie personali. Sì, c’erano state alcune cover, ma mi sembrava che nessu- no stesse approfondendo il lato umano, si puntava principalmente sull’aspetto economico e sulla sua spettacolarizzazione». Usando principalmente i social, in particolare Instagram, decide così di scrivere ad alcuni artisti e, grazie al passaparola, riesce a entrare in contatto con la community italiana.
In questo viaggio personale incontra anche Serena Tabacchi, curatrice di arte digitale ed esperta di Web3, che lo aiuta nell’opera di scouting, e la digital factory Immaterika e il suo founder Jacopo Di Cera, che crede in Cryptoverse e investe nel progetto. Riesce così a mettere insieme le storie di 25 artisti italiani, spaziando dai più giovani a quelli con un background più solido alle spalle: «La cripto arte è trasversale, però tendenzialmente in questo viaggio nella scena italiana ho incontrato persone under 30. La maggior parte sono tra i 25 e i 30 anni, ma all’interno di Cryptoverse ci sono sia artisti giovanissimi, sia alcuni vicini ai 50 anni», prosegue Davide. «È un mondo abbastanza maschile e si nota nella composizione delle storie che ho raccolto, ma non mancano le storie di artiste rilevanti della scena italiana. I background sono differenti: tanti vengono dalla digital art, ma abbiamo anche casi di artisti che vengono dalla pittura o dalla street art come Skygolpe».
Per incontrarli e fotografarli Davide gira l’Italia, da nord a sud, andando a conoscerli nei loro luoghi di residenza e passando con loro un paio di giorni. Un approccio decisamente “analogico” a questo mondo così legato al digitale, ma necessario per mettere in evidenza il lato umano degli artisti. «Sono stato a casa loro, nelle stanze dove lavorano, abbiamo mangiato insieme e, in alcuni casi, anche con i loro familiari, soprattutto quando si trattava dei più giovani che vivono ancora con i genitori», racconta Davide. «In generale non sono persone che amano farsi ritrarre e non tutti hanno scelto di mostrare il volto. Grazie al tempo passato insieme abbiamo trovato il luogo e la situazione giusta per scattare e spesso abbiamo deciso di farlo in interno, nei luoghi dove lavorano e creano le loro opere».
Tra gli artisti fotografati in Cryptoverse ci sono tra gli altri, oltre al già citato Skygolpe, Andrea Crespi, Andrea Bonaceto, Fabiano Speziari, Hex6c, Catelloo, Donnoh, trs.mmz, Fabio Giampietro, Giovanni Motta, Mattia Cuttini e Manuel Gardina. Non tutti sono unicamente artisti: tra di loro c’è chi fa direzione creativa digitale, chi fa il graphic designer e chi lavora nel mondo delle blockchain. Generalmente lavorano da casa e passano molto tempo al computer, in particolare di notte, cercando ispirazione o confrontandosi con colleghi italiani e internazionali su gruppi dedicati agli NFT e all’arte digitale. «La comunità italiana è piccola, gli artisti si conoscono tutti, ma non sempre si tratta di rapporti “dal vivo”. Sono gli eventi, in genere, a permettere loro di conoscersi in presenza. È una comunità comunque molto attiva anche in questo periodo che possiamo definire di attesa dopo lo scoppio della bolla. C’è fiducia che la curva risalirà e che la cripto arte possa diventare normalità, staccandosi progressivamente dal mondo delle cripto valute e vivendo così di vita propria».
Il progetto Cryptoverse è al momento terminato ed è in attesa di pubblicazione: «L’idea è sempre stata quella di farlo diventare un libro, di mettere su carta questo viaggio sia artistico sia umano all’interno della cripto arte e, insieme a Immaterika, stiamo cercando il partner giusto. Al suo interno ci saranno ritratti fotografici, testi e la riproduzione di un’opera per ciascun artista. Ci saranno soprattutto racconti legati all’intimità e alle loro vite, perché sin dal principio il mio scopo è stato quello di raccontare questa particolare arte non partendo dalle opere, ma dall’esperienza diretta di chi si è avvicinato a questo mondo e ha deciso di investirci il proprio talento».
Articolo pubblicato su WU 125 (aprile 2023)
Immagine in alto: SkyGolpe, foto di Davide Aichino