FRITTO, ALLA PIASTRA O ALLO SPIEDO?
Il pollo, nelle sue diverse versioni, è uno dei protagonisti del mondo fast food. Anche noi, maestri dello spiedo, abbiamo imparato ad apprezzare altre varianti e presto arriveranno concorrenti del Colonnello Sanders
di Gian Mario Bachetti
Uno dei ricordi più ghiotti della mia infanzia gastronomica sono i bocconcini di pollo fritto di mia nonna. Pur non essendo originaria della Louisiana, ma della provincia di Pesaro – chissà seguendo quale moda o intuizione – nel tempo aveva messo a punto una sua personale ricetta di nuggets che, complice l’apertura del primo McDonald’s nella mia città solo quando ero già agli ultimi mesi di liceo, per anni sono stati la cosa più vicina al cibo da fast food che avessi mai mangiato. Con mia nonna sempre meno dietro ai fornelli, è facile immaginare l’entusiasmo con cui abbia accolto l’apertura nel 2014 del primo KFC in Italia, annunciato (dopo anni di smentite e fake news) con una schermata «stiamo arrivando» sul sito kfc.it e con l’apertura di una pagina Facebook che raccolse in poco
tempo migliaia di mi piace. Il pollo fritto del Colonnello Sanders in realtà era nel nostro Paese da anni, ma murato dietro le basi americane di Sigonella e Gricignano, e negli anni Settanta c’era stata una poco fortunata apertura a Napoli (via Luca Giordano, Vomero), ricordata ancora oggi tra mito e leggenda. Dal 2014, però, KFC non si è più fermato, fino ad aprire circa 70 ristoranti da nord a sud, con l’obiettivo dichiarato di arrivare a quota 200 entro quattro anni. Ma il pollo fritto in Italia era presente anche con re- altà locali più piccole come CKN & CKN. Nel 2017 fu Netflix a sfruttare la presenza di queste catene con l’operazione Pollos Hermanos: un temporary fast food aperto per promuovere la terza stagione di Better Call Soul, spin-off ispirato alla serie culto Breaking Bad. Operazione riuscita: all’inaugurazione, furono centinaia le persone in fila per assicurarsi pollo fritto e burritos. Uscendo dalla “fiction” invece arriverà presto (2024) nel nostro Paese Popeyes, catena nata negli anni Settanta in un sobborgo di New Orleans, che ha da poco spodestato al numero due del podio dei fast food a base di pollo fritto proprio KFC. La data precisa e le città non si conoscono ancora, ma la catena vuole replicare in Italia il successo avuto in Spagna, dove ha aperto tre anni fa ed è arrivato a inaugurare 120 ristoranti.
Il numero uno al mondo è invece lontano dallo sbarco nel Bel Paese: Chick-fil-A, per anni, è stato al centro delle critiche dei progressisti statunitensi (e non solo) per le sue posizioni conservatrici, cristiane e in difesa della famiglia tradizionale (seguendo le volontà del suo fondatore, S. Truett Cathy, i ristoranti della catena restano chiusi la domenica per santificare le feste). Il colosso del pollo fritto ritenterà una campagna d’Europa con l’apertura di un negozio in Inghilterra nel 2025, nonostante il poco fortunato esperimento del 2019, quando un pop-up store di Reading chiuse dopo la scadenza del contratto di locazione di sei mesi, anche in seguito alle proteste per le dichiarazioni dell’allora amministratore delegato Dan Cathy contro i matrimoni tra le persone dello stesso sesso. C’è però anche una via italiana al fried chicken: chi pensava che il pollo fritto fosse solo junk food è stato smentito tra gli altri da Legs, creatura di Francesca Barreca e Marco Baccanelli (aka The Fooders) già noti – e ora rinoti – per il ristorante Mazzo di Roma, che nel 2019 hanno deciso di aprire un Fast Food a base di pollo fritto di qualità (con i bun del forno Roscioli) a Centocelle, un modello mono-prodotto decisamente internazionale.
Ma non di solo fritto vivono i fast food a “tema pollo”: è il caso della catena sudafricana Nando’s, specializzata in pollo piri piri, ricetta portoghese a base degli omonimi peperoncini importati durante il colonialismo da Angola e Mozambico e diventati gli ingredienti di questo particolare pollo alla piastra lusitano. Diffuso in Africa, Nord America, Australia, Nuova Zelanda, India, Pakistan e nei Paesi del Golfo, in Europa è ancora presente solo in Inghilterra e Irlanda. Fuori dalla panature e restando sulle griglie roventi, negli Stati Uniti è molto popolare anche El Pollo Loco, catena fondata da Juan Francisco Ochoa in Messico nella metà degli anni Settanta e sbarcata nel decennio successivo in California.
Queste ultime tappe di giro del mondo sulle ali di pollo ci riportano alla tradizione tutta italiana dello spiedo, quello che orbita sui girarrosto delle rosticcerie, da accompagnare con le patate al forno, che sta tristemente scomparendo dalle nostre abitudini gastronomiche. A tenere alta la bandiera dello spiedo ci pensa Giannasi, a Milano, un chiosco aperto nel 1967 a Piazza Bruno Buozzi da tre fratelli provenienti da un paesino dell’Appennino Tosco-Emilano che oggi, grazie anche a una comunicazione efficace e all’avanguardia, è tra le realtà gastronomiche più iconiche della città meneghina.
Che sia fritto o alla griglia, che sia coscia o aletta, in qualsiasi forma o cottura il pollo, decenni e decenni fa, ha incontrato il mondo dei fast food, in un matrimonio destinato a rinnovarsi a ogni immersione nell’olio bollente e a ogni giro di spiedo.
Articolo pubblicato su WU 125 (aprile 2023)
Nella foto in alto: foto di Lucas Andrade da Unsplash
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Gian Mario Bachetti
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