BERGHAIN, LA CATTEDRALE DELLA TECHNO COMPIE 20 ANNI
Venerdì 13 dicembre il club più famoso di Berlino celebra il suo ventesimo anniversario con un evento speciale che durerà fino a lunedì 16
di Stefano Ampollini
Il Berghain di Berlino, uno dei club più iconici e leggendari del panorama mondiale, celebra quest’anno il suo 20esimo anniversario. Dalla mezzanotte di venerdì 13 dicembre alle 8 del mattino di lunedì 16, 54 ore di musica senza sosta con una line up enorme composta di nomi che rispettano lo stile unico del club.
Situato in una ex centrale elettrica nel quartiere di Friedrichshain, il Berghain è stato in questi anni molto più di un semplice club: è un luogo che ha ridefinito la cultura notturna, elevando la techno a un’esperienza quasi spirituale e stabilendo nuovi standard per l’intrattenimento. Per molti un punto di riferimento imprescindibile. Tra i primi a vietare l’uso del cellulare per fare foto o video, è famoso per le code infinite e la rigidissima selezione all’ingresso. Aperto nel 2004, il Berghain nasce dalle ceneri dell’Ostgut, un locale che aveva già consolidato una comunità fedele tra gli appassionati di musica elettronica e cultura queer. Con il trasferimento nella sua attuale sede, un colosso architettonico di cemento e acciaio, il club ha saputo combinare l’atmosfera industriale della Berlino post-muro con un sound system di qualità eccezionale, divenuto uno dei suoi marchi distintivi.
Uno degli aspetti più affascinanti del Berghain è il suo stretto rapporto con la techno. Resident come Ben Klock e Marcel Dettmann hanno contribuito a definire un’estetica sonora che è diventata sinonimo di Berlino stessa, oggi riconosciuta anche patrimonio Unesco. I set maratona, che spesso si protraggono per ore (o giorni), sono il cuore pulsante di un’esperienza che sfida i confini del tempo e dello spazio. Il Berghain è stato e continua a essere anche un simbolo di inclusività e libertà, una terra promessa per chi cerca di esprimere se stesso senza giudizi. Le rigide politiche all’ingresso, criticate da alcuni, sono invece parte integrante della sua filosofia: proteggere un ambiente dove la privacy e la libertà di essere chi si vuole sono sacre. Le regole non scritte – come il divieto di foto – hanno contribuito a costruire un’aura di mistero che alimenta il mito del club.
In vent’anni, il Berghain non è solo sopravvissuto, ma ha prosperato in un’epoca di cambiamenti radicali per la nightlife globale. Ha superato sfide come la pandemia, durante la quale si è reinventato come galleria d’arte, e continua ad attrarre migliaia di visitatori ogni weekend. Il suo 20esimo anniversario non è solo una celebrazione della techno, ma una testimonianza del ruolo essenziale che la cultura notturna gioca nella società contemporanea: un luogo dove le persone si uniscono, si esprimono e si connettono, sotto il battito incessante di un ritmo che non conosce confini.
La foto in alto è di Nicor
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Stefano Ampollini
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