ELLEN ALLIEN – BREATHING MUSIC
Ellen Allien non ha mai smesso di pensare alla musica e soprattutto di farla, nemmeno durante i momenti più bui del lockdown. Dj, producer, label manager, ma soprattutto artista, con l’anima sempre connessa con la sua Berlino
di Stefano Ampollini
Ellen Allien non si ferma. Lo scorso giugno è uscito AurAA per BPitch, il suo nono album in studio, il terzo negli ultimi tre anni. Una conferma di come quest’ultimo periodo sia stato per lei decisamente positivo dal punto di vista creativo e, più in generale, della sua professione. Il lancio della sua seconda etichetta, Ufo Inc., è di inizio 2019: un tentativo di tornare a una visione più “cruda” della techno, in un certo senso più vera. Una realtà che si affianca all’altra sua label, BPitch, con cui, oltre alla stessa Ellen Allien, hanno pubblicato artisti come Apparat, i Modeselektor, Paul Kalkbrenner e Shlomo, giusto per citarne alcuni. La musica è sempre al centro dei suoi progetti, anche quando un evento come la crisi sanitaria attuale le ha tolto una componente fondamentale come il suo pubblico. Ma, una che respira musica come lei, trova sempre una soluzione per soddisfare le sue necessità “sonore” e di contatto con le persone.
Ti abbiamo visto molto attiva durante il lockdown, hai fato diversi set dal tuo terrazzo di casa e da diverse web radio di Berlino. Come hai vissuto quel periodo?
Quando è iniziato il lockdown, mi sono sentita davvero male. Il Covid 19 mi aveva appena “rubato” la mia vita e molte persone attorno a me stavano provando le stesse sensazioni. Dopo un po’ mi è stato chiaro come l’unica cosa positiva che potessi fare era suonare la mia musica e condividerla con i fan: era il solo modo per mandare via le vibe negative. È stato un periodo intenso per tanti motivi: ho cucinato un sacco e ho lavorato molto in studio. D’accordo con gli altri alla BPitch abbiamo deciso di pubblicare prima AurAA, che era previsto per questo inverno. Tutto ciò mi ha per- messo, in questo momento difficile, di rimanere connessa alla musica e alle persone.
Ecco, le persone: quanto è importante per te il rapporto con la tua fan base? Come vivi questa cosa nel quotidiano?
Comunicare e condividere sono parte di me, di quello che sono. Mi piace la sensazione di essere connessa con i miei amici, la mia famiglia e tutti i music lover. La musica mi ha sempre aiutato a condividere il mio stile di vita e le mie emozioni perché è realmente in grado di aprire la mente. Ho fondato BPitch nel 1999 e sono arrivata al nono album in studio, le persone mi conoscono per quello che faccio in consolle e non solo. C’è una grossa community di amanti della techno là fuori e io faccio parte della prima generazione di dj donne da Berlino… La musica parla chiaro e forte.
Come sei cambiata nel corso degli anni?
Il mio modo di fare musica e dj set è stabile e creativo al tempo stesso, ho trovato il modo di esprimersi al 100% nel passato, nel presente e… nel futuro. Semplicemente attraverso il tempo con la musica.
Com’è cambiata invece la musica in questi anni?
La techno è dappertutto oggi, ci sono club in ogni Paese del mondo. Locali e festival hanno raggiunto un ottimo livello ovunque, anche dal punto di vista di come sono costruiti e di come è diffuso il suono al loro interno. I produttori sono molto attivi, poi è molto più facile e divertente oggi viaggiare per il mondo rispetto a qualche anno fa, anche se oggi cerco di stare più tempo a Berlino per godermi la città anche d’estate. La techno è diventata molto nerd ed è una cosa che mi piace, così come il fatto che ci siano tanti tool diversi per produrre musica. C’è sempre qualcosa di nuovo da usare per creare. E poi in una città come Berlino è molto più facile trovare persone che hanno esperienza di queste cose, e anche per BPitch è un grande aiuto.
E Berlino? È sempre una parte essenziale della tua vita e del tuo lavoro come agli inizi? È cambiato qualcosa nel tuo rapporto con la città?
Berlino è casa mia ed è il posto dove tutto è iniziato, in primis il mio amore per la musica che è strettamente connesso al il mio modo di intendere la vita. È la città che mi ha reso creativa, non penso che in altri posti avrei gli stessi stimoli. Qua c’è ancora spazio per la creatività e penso che la città debba assolutamente preservare questi spazi e mantenere accesa la sua vitalità.
Hai un feeling speciale con il Tresor Club, il posto dove hai cominciato. È ancora così? Qual è il tuo club preferito a Berlino e perché?
Sì, ho iniziato al Tresor Club dove facevamo i nostri eventi come il We Are Not Alone, un rave di 34 ore… Si sono mossi in una nuova location ora, stanno aspettando gli ultimi documenti per aprire e penso cambieranno il nome. Rimane il mio club preferito a Berlino e sarà la mia nuova casa, sempre se il corona bitch ce lo permetterà.
Sei molto popolare in Italia. C’è un motivo particolare secondo te?
Ho iniziato a suonare nel vostro Paese molto tempo fa e ci ho suonato veramente tante volte, per questo sono riuscita a stabilire una connessione molto solida con il pubblico. È un posto in linea con le mie vibrazioni.
Sei stata una delle prime donne in consolle e da molti sei considerata come una pioniera. Oggi non è più così raro e ci sono sempre più giovani dj considerate. Cosa è cambiato?
Ci sono più donne oggi dietro la consolle perché nelle nuove generazioni le ragazze sanno vivere la meglio la night life e le persone vogliono sentirle suonare. Sono tante quelle che mi piacciono, ma tra le mie preferite ci sono senz’altro Dasha Rush, Shinedoe, Adiel, Silvie Loto, DJ Red, Dr Rubinstein, Steffi e Nina Kraviz.
Hai lanciato due etichette, nel 1999 BPitch e più di recente Ufo Inc. Quali sono le soddisfazioni più grandi di questa parte della tua vita?
BPitch e Ufo Inc. sono due isole felici per artisti di talento, attraverso le quali condividiamo musica con gli altri e lo faremo fin quando sarà possibile. La soddisfazione più grande è la libertà di poterlo fare.
Come pensi cambierà il mondo del clubbing dopo il Covid? Torneremo ai grandi eventi con molta gente e in situazioni come le Boiler Room, dove il contatto tra le persone è parte stessa dell’evento?
Il Covid ha dato un brutto colpo al nostro mondo e a tanti altri ambiti artistici. Non posso che sperare che tutto finisca presto, così potremo tornare a vivere più libera- mente anche la musica. Nel frattempo, però, dobbiamo ragionare su come fare per i festival e per i club: a mio parere dovrebbero essere aperti in maniera controllata, perché il rischio, chiudendoli del tutto, è il proliferare di eventi illegali che, per quanto riguarda la diffusione del virus, sarebbero certamente più pericolosi.
Intervista pubblicata su WU 104 (ottobre-novembre 2020)
La foto di Ellen Allien in alto è di Gianluca Vitelli
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