ZAVVO NICOLOSI – L’IRONIA E LA BELLEZZA
Zavvo Nicolosi è il regista di ‘Musica leggerissima’, il pezzo che più ci ricorderemo dell’ultimo Sanremo. Alla guida del suo “gruppo di amici” ha già dato dimostrazione delle sue capacità e, si spera presto, potrebbe farlo anche sul grande schermo
di Alessandra Lanza
Nato nel 1983 in provincia di Catania e nel mito di Pippo Baudo, psichiatra a tempo pieno in una comunità terapeutica e regista nel resto della settimana, Salvo “Zavvo” Nicolosi verrà sicuramente ricordato dai posteri come regista del video di Musica leggerissima, e forse per la commedia cinematografica di esordio che per il momento non ha ancora realizzato (ma la sceneggiatura è pronta, ecco a cosa servono le zone rosse). Dal primo videoclip per Paolo Mei nel 2011 ai balletti di Colapesce e Dimartino, su cui era inizialmente lui stesso molto scettico, lo stile di Nicolosi e del suo collettivo Ground’s Oranges, che lui chiama semplicemente “un gruppo di amici”, non ha mai perso né la sua sicilianità per gusto e quartier generale, né i riferimenti al grande cinema italiano e straniero, da Pietro Germi ad Alfred Hitchcock, da Ciprì e Maresco a Tarantino. Insieme alla vocazione per tutto ciò che è schifosamente pop e alle prese in giro al confine tra celebrazione e offesa, dipende da quanto si è permalosi e suscettibili.
Musica leggerissima non è il primo video realizzato per Colapesce. Perché questo è diventato virale?
Merito sicuramente della canzone. I primi video fatti con Lorenzo non sono così diversi da quello di Musica leggerissima, è solo che ora se ne sono accorti tutti. Il video ha fatto in un’ora le visualizzazioni totali di Maometto a Milano (vincitore nel 2018 del premio Pivi, NdR). Musica leggerissima e Totale sono per me parenti stretti, anche se dai movimenti di camera siamo passati a inquadrature fisse, e si sono quindi moltiplicate le location per dare dinamicità, è una delle carte che abbiamo a disposizione qui in Sicilia.
Siete stati dei precursori del south working.
Se vieni dal profondo sud come noi, o continui a cercare di fare le cose nel posto da cui provieni, o sei costretto a emigrare. Sarà che io ho avuto un percorso diverso da altri che lavorano nel videoclip, avendo studiato medicina e psichiatria, e ho iniziato a fare video quando ero già grande. Ho continuato con gli studi a Catania e provato a fare qualcosa da qui. In Italia non ti chiamano tanto perché pensano che il progetto che ti propongono sia affine a quello che fai tu, ma perché in quel momento il tuo nome è in auge. Possiamo dire di aver vinto la scommessa, insieme alla possibilità negli anni di declinare quelle richieste che non erano nel nostro stile.
Ve lo consente il fatto che la vostra professione principale sia un’altra, immagino.
Sì, è così. Non dovendo assecondare i gusti di nessuno, abbiamo potuto mantenere un’estetica precisa negli anni, vicina in un certo senso alla scuola dei Canada. Nei nostri colori e nelle inquadrature tutti vedono Wes Anderson, ma ci sono dentro altre cose. A noi piace fare ricerca e mescolare riferimenti: in Musica leggerissima trovi da Pippo Baudo a Jodorowsky, dal cane che assomiglia al maestro Vessicchio alla donna in nero, una rivisitazione fashion della morte ne Il settimo sigillo di Ingmar Bergman. Quella è un po’ la nostra cifra stilistica, anche negli altri video.
Molti vi definiscono infatti un “frullatore”, io vedo un metodo alla Blob. I riferimenti sono riconosciuti dallo spettatore a seconda delle sue conoscenze e dei livelli di accessibilità, ma anche i meno preparati possono apprezzare i video. Voi fate citazioni più per voi stessi o perché qualcuno le colga?
Inizialmente lo facevamo per noi. Possiamo definirlo un modo alla Tarantino, che si diverte come un bambino a prendere tutte le cose che più gli piacciono e a metterle in un film. Non a caso Kill Bill è il mio preferito tra i suoi lavori, credo il più simile a ciò che facciamo noi. Nello stesso film puoi trovare linguaggi di manga, film giapponesi, western, gialli; noi lavoriamo su quella cifra senza farci troppi problemi. La citazione in realtà è al labile confine con il rubare, per me è scorretto solo quando si ruba un’idea portante. Noi attingiamo molto da cose che già esistono e che all’estero fanno meglio di noi, cercando di arrabattarci con i budget italiani.
Il budget del vostro video del pre-funerale è stato davvero di 32 euro come riporta Vimeo?
Quando eravamo ragazzini non c’erano molte camere accessibili e di buona qualità da farci regalare al posto dello scooter. Ho potuto comprare la mia prima camera a 25 anni, così mio fratello Riccardo con l’attrezzatura audio. Oggi abbiamo una camera di nostra proprietà, non il top di gamma ma se la gioca, e questo ci permette di dettare le tempistiche, il che è un nostro punto di forza. Il video del pre-funerale, girato per testare il Magic Lantern di una Canon, uscì in un’estate in cui andavano di moda i video dei prediciottesimi. Il protagonista era molto noto nel paese, Paternò, quindi tutti ci aprirono le porte senza chiederci niente. Il video fu poi selezionato come Staff Pick su Vimeo, all’epoca non sapevo nemmeno cosa fosse!
Non è la prima volta che un vostro video nato senza troppe aspettative ha successo.
La vera soddisfazione è stato il nostro secondo Staff Pick, con un video volutamente intitolato Stuff Pick, una presa per il culo delle selezioni dell’epoca, tra time lapse e altri stereotipi hipster. Appena uscito tutto lo staff ha cominciato a commentarlo: me li sono immaginati nei loro uffici di New York mentre si passavano questo video di una banda di scemi siciliani.
Avete un modo di perculare tutti che riesce a non fare mai arrabbiare o sbaglio?
Fino a oggi non so se siamo stati fortunati, o se è il nostro modo che è al limite. Nel video di Vinavil di Giorgio Poi abbiamo rappresentato la vita di Giovanni Muciaccia di Art Attack come tristissima: lui non solo non se l’è presa, ma ci ha anche ripostato. L’unico che a oggi so che si è risentito è stato ‘O Zulù dei 99 Posse per il fatto che la sua foto veniva presa a manganellate nel video di Maledetti italiani (sempre di Colapesce, in cui un bambino distrugge in modo creativo le foto di noti personaggi italiani, NdR). Ah, recentemente si sono incazzati anche quelli dell’UDC per il video sketch in cui Colapesce e Dimartino rubano il premio a Diodato. Non devono aver apprezzato l’accostamento, del tutto casuale, con la massoneria o coi cavalieri di Malta, hanno chiesto perfino la rimozione del video. E all’epoca, quando ci inventammo il cantante finto Cambogia, si incazzò un sacco di gente. Non tanto gli artisti indie che avevamo preso in giro, ma chi ci aveva creduto.
Ora che avete avuto tutta questa visibilità che ne farete?
Musica leggerissima ci ha dato un boost enorme dal punto di vista della popolarità, sono arrivate proposte, interviste, richieste di insegnamento in scuole di cinema e così via. Quello che ci auguriamo come ciliegina finale è che arrivi una proposta dal punto di vista strettamente cinematografico. Abbiamo una sceneggiatura già scritta – il Covid ha avuto almeno il lato positivo di lasciarmi il tempo per dedicarmici – e penso potrebbe scatenare un putiferio. Il nostro esordio sarebbe all’interno del mondo della commedia, non quella italiana becera degli ultimi anni, ma ispirata al genere John Landis per scanzonatezza. Si tratta di una rivisitazione fantastica di un evento celebre realmente accaduto, sono abbastanza sicuro che farebbe incazzare molta gente, e quindi perfettamente nel nostro stile.
Nella foto in alto: Zavvo Nicolosi
Zavvo Nicolosi su IG
Intervista pubblicata su WU 107 (aprile-maggio 2021). Segui Alessandra su IG
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