MARTA TENAGLIA – LA GIUSTA DIREZIONE
Questa estate la cantautrice milanese ha portato in giro il suo album Guarda dove vai, lavoro realizzato durante la pandemia e che ha visto la luce la scorsa primavera. Le idee sono chiare, sia sul presente, sia sul futuro
di Enrico S. Benincasa
Un titolo, Guarda dove vai, che è un consiglio a se stessi, il medesimo che le dava e le dà ancora sua mamma, tanto da volerla includere in un brano. Marta Tenaglia dipinge pop in una direzione intelligente e non banale, dando importanza alle parole. Lo fa non solo nelle canzoni, ma anche quando si cimenta con altri progetti complementari alla musica, ma che da qui partono per arrivare in altri ambiti. Il progressivo ritorno alla normalità ci ha dato la possibilità di vederla sul palco, ma non dovremo aspettare la prossima estate per godercela dal vivo.
Guarda dove vai è il tuo primo album, è uscito in primavera e contiene i sei singoli precedentemente pubblicati più altre tre canzoni. Quando hai deciso che questi brani sarebbero stati parte di questo progetto
L’idea c’era già dopo i primi due singoli, c’erano già le canzoni e sia io, sia la mia etichetta, Costello’s, avevamo una visione complessiva di quello che era il progetto e il percorso per realizzarlo. Il vero punto di partenza è stato Bonsai, il primo pezzo che ha visto Federico Carillo alla produzione. Da lì abbiamo gettato le basi artistiche che hanno portato alla realizzazione di questo disco. Guarda dove vai, poi, è una frase contenuta proprio in Bonsai: è all’inizio del brano ed è presa da un messaggio vocale di mia mamma. È un’espressione che con me ha sempre usato e mi è sembrata perfetta anche come titolo.
In questo lavoro, che è iniziato più di due anni fa e che quindi ha attraversato la pandemia, hai guardato strada facendo dove stavi andando?
Sì, ho fatto proprio così, e questo modo di pensare mi ha fatto raggiungere un grado di consapevolezza che oggi mi fa stare più serena.
Oggi come state lavorando? Insomma, continuando a giocare con il titolo di questo lavoro, dove volete andare?
Ci stiamo dedicando sia alla parte live, sia a proseguire il lavoro svolto. Non abbiamo ancora un’idea di produzione per il futuro, ma in generale non ci piace l’idea di buttare fuori una cosa dopo l’altra e ora è il momento di dare il tempo giusto a questo album.
Che estate è stata quella del 2022 per Marta Tenaglia?
È stata molto particolare per due motivi. Uno è ovviamente legato all’uscita del disco, poi è stata la stagione che ha decretato il ritorno della musica dal vivo dopo la pandemia. Siamo di nuovo nella normalità: l’estate è stata talmente piena di concerti di tanti artisti che mi piacciono e, in alcune settimane, era dura scegliere chi andare a vedere. Il mix di queste due cose, per me, è stato potente.
Hai avuto modo in questi mesi di suonare dal vivo con più continuità rispetto al passato. Come è andata?
Il Mi Ami è stato il debutto, per certi versi farlo su quel palco è stato quasi un percorso al contrario… È stato speciale, ma diciamo che me lo avrei affrontato con un po’ più di serenità se lo avessi fatto, per esempio, dopo un po’ di concerti di rodaggio (ride, NdR). Le mie date sono andate bene: sono da poco tornata da Ecosuoni, un festival a Palma Campania, non lontano da Napoli. È un posto bellissimo vicino al Vesuvio, aveva un’energia speciale che ancora mi porto dentro. Porto con me anche i tanti chilometri in macchina: sono più abituata a viaggiare in treno, ma in tour si passa tanto tempo sull’asfalto e i chilometri si “sentono” di più. Ma è bello, perché ti dà l’idea del viaggio, dello spostarsi da un luogo all’altro.
E quando non si poteva suonare – o farlo con diverse limitazioni – come hai vissuto le belle parole e gli attestati di stima nei tuoi confronti?
È stato strano. Marta Tenaglia, dal punto di vista artistico, è un progetto praticamente nato durante la pandemia, il mio inizio è stato quindi molto virtuale. Faccio parte di una generazione che vive di like, di social e di streaming e tutti i buoni feedback ricevuti erano ovviamente ben accetti, ma a tratti avevo l’impressione che una parte del progetto non esistesse. E sotto un certo punto di vista era così, perché la dimensione live non c’era, per causa di forza maggiore. Quando abbiamo avuto l’opportunità di testare il palco, già l’anno scorso, è stato diverso e mi ha fatto bene, prima mancava qualcosa.
Ti sei dedicata anche ai podcast e a progetti particolari come Cuore di vetro, che univa appunto la musica ad altri ambiti non solo artistici. Ti rivedremo in progetti simili?
È da un po’ di tempo che non mi cimento in attività parallele a quella musicale, ma è una cosa che rifarò. Mi piacciono molto i podcast, sia farli, sia ascoltarli. Mi considero una persona molto curiosa, mi piace conoscere gli altri e fare esperienze. Con Cuore di Vetro ho cercato di aprirmi e, per una volta, ho voluto fare io le domande agli altri, diversamente da come faccio con le canzoni, dove parlo più di me. Scrivere testi poi è diverso, ti porta a essere coinciso e a creare delle immagini. Per me è sfidante perché amo parlare molto, ma mi piace mettermi alla prova.
Ti rivedremo presto sul palco?
Stiamo terminando il tour estivo e lavorando per confermare nuove date, l’idea è comunque quella di suonare nei club. Abbiamo altre cose che “bollono in pentola”, non ne posso ancora parlare ma non vedo l’ora di poterlo fare.
Articolo pubblicato su WU 115 (settembre 2022)
Marta Tenaglia su IG
La foto di Marta Tenaglia è di Margherita Bonetti
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