I FILM CHE VEDREMO ALLA BIENNALE DI VENEZIA 80
Il programma della Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia 2023 non è stato troppo intaccato dallo sciopero degli sceneggiatori statunitensi attualmente in corso. Ecco i film che da domani 30 agosto vedremo in Laguna
di Davide Colli
Lasciate alle spalle le annate colpite duramente dalla pandemia, l’80esima edizione della Mostra D’Arte Cinematografica di Venezia sembrava dover affrontare un altro insormontabile scoglio, il tutt’ora vigente sciopero degli sceneggiatori e, soprattutto, degli attori, indetto dai rispettivi sindacati del territorio statunitense. Per questo motivo la presenza dei film hollywoodiani, una parte estremamente rilevante del programma, rischiava di venire meno, data l’impossibilità delle star di partecipare ad ogni attività promozionale, compreso lo sfilare sul red carpet del Lido.
Il programma, sempre a cura del direttore artistico Alberto Barbera, ha però fugato ogni dubbio, confermando, invece, la presenza di numerose produzioni a stelle e strisce. Così l’opera seconda di Bradley Cooper, Maestro, biopic su Leonard Bernstein, così come The Killer di David Fincher, Poor Things di Lanthimos e il mediometraggio targato Netflix The Wonderful Story of Henry Sugar di Wes Anderson avranno come prima vetrina proprio il festival del capoluogo veneto, rimanendo però ancora ignoto quali figure presenzieranno all’evento.
Ferrari (incentrato sugli ultimi anni di Enzo Ferrari) di Michael Mann, ma anche Priscilla di Sofia Coppola e Dogman di Luc Besson hanno, invece, ottenuto il permesso dal sindacato attoriale per procedere regolarmente con la promozione in quanto produzioni indipendenti. Non mancheranno al Lido, quindi, Adam Driver, Penelope Cruz, Jacob Elordi (Euphoria) e Caleb Laundry Jones, come nemmeno Mads Mikkelsen, nel cast del danese Bastarden.
Lo sciopero non intaccherà nemmeno l’arrivo di altisonanti autori provenienti da tutto il mondo, a cominciare da Woody Allen, il recente Premio Oscar Ryusuke Hamaguchi, l’ormai affezionato veneziano Michel Franco, così come due tra i volti di punta dell’arthouse contemporanea, ovvero Betrand Bonello e Harmony Korine, l’ultimo fuori concorso con l’allucinata follia ad infrarossi Aggro Dr1ft, con Travis Scott nel cast. Si difende bene, come al solito, il nostro Paese, con ben sei titoli nel concorso principale e un insieme variegato di personalità, da Matteo Garrone a Stefano Sollima, fino al più giovane Pietro Castellitto.
Parlando proprio di registi italiani, rimane il rimpianto dell’unica giocata persa dal festival, che corrisponde al Challengers di Luca Guadagnino, dramma sportivo con Zendaya, ritirato dall’apertura della biennale sempre a causa dello sciopero e prontamente sostituito con Comandante con Pierfrancesco Favino. L’unica nota amara di un’edizione sulla carta estremamente ricca, che conferma Venezia come uno dei più grandi palcoscenici per il cinema in ogni sua forma.
Nella foto in alto: Pierfrancesco Favino in ‘Comandante’, foto di Enrico De Luigi
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