MICHELE D’AGOSTINO – METALLO (E) NON METALLO
La sua installazione site-specific Like Trees in the Woods, realizzata per NichelcromLab, rappresenta l’equilibrio tra tecnologia e natura e sarà ospitata durante la Milano Design Week a Superdesign Show
di Enrico S. Benincasa
Quanto è riciclabile l’acciaio? Basta una ricerca su Google per scoprire che questa lega lo è al 100%. Nichelcrom, azienda italiana che da quasi settant’anni è nel settore, dal 2019 si è dotata di una divisione, NichelcromLab, che si dedica alla ricerca e allo sviluppo per migliorare i suoi prodotti. E per promuovere le sue novità si affida anche ad artisti come Michele D’Agostino. Insieme hanno realizzato per la prossima Milano Design Week una installazione, fatta di pannelli di acciaio e piante, che potrete vedere a Superdesign Show negli spazi di Superstudio Più dal 15 al 21 aprile.
Come è nata l’opera Like Trees in the Woods, di cui sei autore e che NichelcromLab porterà a SuperDesign Show durante la Milano Design Week?
Like Trees in the Woods è un progetto che ho in mente da tempo e che, grazie all’incontro con Nichelcrom, sono riuscito a realizzare. Questa azienda crede molto nell’arte contemporanea e abbiamo iniziato a lavorare assieme grazie a un’opera che si chiama Una storia italiana. Successivamente ho avuto modo di condividere con loro questa idea ed è piaciuta molto, tanto che hanno deciso di portarla alla Milano Design Week in questo contesto.
È un’opera particolare e site-specific, realizzata apposta per questo spazio…
La mia ricerca artistica si fonda principalmente sul rapporto tra tecnologia e natura, cercando di indagare su come questi due mondi possono interagire e aiutarsi. Like Trees in the Woods è ospitata in una stanza “tappezzata” di pannelli in acciaio inox specchiato di Nichelcrom, al cui interno sono presenti degli alberi – delle querce italiane – donate dal vivaio Innocenti & Mangoni. Il concetto alla base è portare una dimensione che immaginiamo possibile solo da dietro uno schermo – come per esempio nel metaverso o a in certi usi della AI – in un contesto reale, quasi pratico. L’opera crea una sorta di prospettiva infinita e di sprofondamento, che porta a un effetto di spaesamento. Lo spettatore è parte integrante di questa installazione e svolge un ruolo attivo, perché Like Trees in the Woods cambia forma a seconda di quante persone la stanno visitando in un dato momento.
Che particolarità ha l’acciaio che avete utilizzato?
È un acciaio inox totalmente ecosostenibile perché riciclabile al 100%, realizzato utilizzando tecniche particolari che includono anche la nanoceramica per renderlo più forte e riflettente. Avremmo potuto scegliere anche lastre colorate, prodotto che Nichelcrom realizza, ma a mio parere questa versione “neutra” restituisce meglio la poetica dell’opera.
C’è un messaggio particolare che vorresti che quest’opera comunicasse?
Non amo la parola “denuncia” associata all’arte, anche se, con questo dualismo natura-tecnologia ben presente, qualcuno potrebbe trovare in questa o in qualche altra mia opera una visione di questo tipo. Quello che cerco di fare è provare a mettere in risalto qualcosa che accade nel mondo, bella o brutta che sia, utilizzando chiavi narrative che spesso prendono spunto dall’ironia o dal romanticismo. Cerco di fornire allo spettatore, anche con Like Trees in the Woods, delle vie per trovare le risposte. Sicuramente, in questa e in altre opere, non metto didascalie, sarebbe quasi castrante dal mio punto di vista.
Hai immaginato quale potrebbe essere la reazione degli spettatori una volta entrati all’interno di Like Trees in the Woods?
Il lavoro è mutevole, ogni secondo cambia. Il gesto di prendere il telefonino e di farsi un selfie non mancherà, ma voglio vedere quanti lo faranno e quanti invece resisteranno alla tentazione, quanti vivranno l’opera senza lo smartphone come prolungamento del braccio, ma anche di quanti faranno foto agli specchi e non al proprio viso.
Che peso ha nella tua produzione artistica il fatto di scegliere o meno materiali sostenibili?
Ci sono situazioni in cui uso materiali riciclabili, altre invece in cui ho bisogno di utilizzarne altri che non lo sono. Alla fine, pesa più lo scopo che l’artista si è prefissato e, se per farlo è necessario usare un materiale non riciclabile, è un compromesso che non mi sento di giudicare negativamente. In questo caso abbiamo usato solo materiale riciclabile, a cominciare dall’acciaio. Gli alberi, poi, saranno ricollocati dopo l’evento.
Intervista pubblicata su WU 125 (aprile 2024). Nella foto in alto: Michele D’Agostino
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