YURI CATANIA – DISCOVERING PEOPLE
Yuri Catania prosegue il suo racconto fotografico degli Stati Uniti con un nuovo capitolo di No Fashion Places, progetto nato quasi per caso e diventato un libro nel 2016. Alla base di tutto la dimensione del viaggio, vero e proprio stile di vita, e le persone, capaci di rendere speciali i luoghi
di Enrico S. Benincasa
Questa volta è tutto diverso. Gli scatti di No Fashion Places sono stati oggetto di libri e mostre, sia in Italia sia all’estero, e nascevano dalla passione di Yuri Catania per le tante “Americhe” che si è trovato di fronte durante i suoi numerosi viaggi di lavoro dall’altra parte dell’Atlantico. Li realizzava nei momenti di pausa, tra un servizio di moda e l’altro, solo con il tempo si è reso conto di avere da parte un materiale interessante. Ora ritrarre questi luoghi e le persone che li rendono speciali è diventato l’obiettivo di un viaggio che lo porterà a visitare interamente gli Stati Uniti in cinque anni – fatta eccezione per le Hawaii, ma solo per motivi logistici – a bordo di un pick up e con un Airstream come casa.
Come nasce questo nuovo progetto di No Fashion Places?
A differenza della precedente esperienza, che era una sorta di spin off di street photography in occasione dei miei viaggi di lavoro negli Stati Uniti (Yuri è art director, fotografo e videomaker, NdR), questa è un’esperienza “voluta”. Io e Silvia Torricelli, mia compagna di vita, lavoro e di questa avventura, abbiamo trovato un Airstream a un ottimo prezzo a Denver e lo abbiamo comprato. Quasi contemporaneamente abbiamo acquistato anche un pick up rosso e, lo scorso dicembre, siamo partiti dalla città del Colorado. Li abbiamo battezzati rispettivamente American Pie e Red Coffee, sono i nostri compagni in questa avventura per gli USA. Il tutto è documentato sul nostro account Instagram, su Tripline e sul nostro sito, nofashionplaces.com, dove Silvia aggiorna il blog. Il tutto seguendo quello che è il nostro motto, The Road Is Life.
Di America non ne esista solo una. Quante ne state vedendo in questo viaggio?
New York, Los Angeles e Chicago sono città veloci, delle “bolle”, è difficile capirle a fondo in poco tempo per le tante culture che si mischiano al loro interno. Un viaggio come questo ti mette nella condizione di essere più aperto e attento, ti dà un’attitudine diversa. La cosa fantastica degli Stati Uniti è che, quando li penetri a fondo, scopri il colonialismo, quest’ondata di uomini e di persone che si sono spinti da est fino all’ovest del Continente. Tutte le persone che incontri rivendicano le loro origini, anche se si tratta di antenati di sesta generazione. Essere italiani on the road è un vantaggio, si è ben voluti. Hanno un’immagine da cartolina del nostro Paese che noi non abbiamo, trovi sempre disponibilità e accoglienza.
Questa simpatia per l’Italia ti aiuta nel trovare storie da raccontare con la fotografia?
In questo primo viaggio di cinque settimane abbiamo avuto l’opportunità di conoscere sei persone di cui abbiamo raccontato la storia. Tutto grazie a Instagram: è lì dove cerco soggetti e situazioni da raccontare. Tra queste, per esempio, c’è un artigiano che lavora con i neon a Houston: qualche anno fa stava per chiudere e ora, invece, con il ritorno di questa tecnologia, fa il prezzo in base alla persona che ha davanti. Lo abbiamo intervistato nella sua bottega e ci ha spiegato tutte le tecniche che utilizza. A San Antonio abbiamo intervistato Charlie Crockett, stella nascente del country blues americano, considerato da “Rolling Stone USA” fra i dieci talenti più importanti di oggi. Ci ha dato la possibilità di intervistarlo e fotografarlo poco fuori San Antonio, in occasione di un suo concerto. Per entrambi è stato bello, due italiani nel cuore dell’America che si interessano a loro è qualcosa di inusuale.
Hai mai avuto problemi a scattare?
No, ho sempre trovato molta disponibilità. Solo una volta, mentre eravamo in New Mexico, ho provato a chiedere il permesso di fotografare un sito militare attivo che ospita la più grossa base aeronautica degli USA. Mi sono avvicinato con il pick up all’entrata e ho spiegato al Navy Seal di guardia cosa volevo fare. Lui mi ha guardato tra lo stranito e il divertito e mi ha riposto: «Nessuno mi ha mai chiesto una cosa del genere». È stato gentile, ma non ci ha fatto entrare.
In quest’ultimo viaggio avete visitato anche El Paso, città di con ne che proprio di fronte a sé ha Ciudad Juárez, uno dei posti più pericolosi del mondo. Che effetto ti ha fatto?
C’è una situazione assurda. Guardare Ciudad Juárez dal con ne statunitense fa impressione, sai che è una delle città più pericolose che ci sia mentre quella in cui ti trovi, El Paso, è una delle più sicure perché super controllata. Tanti degli americani che ho incontrato mi hanno confessato di non aver mai attraversato il confine. Chi lo fa tutti i giorni, invece, sono i messicani che vengono a lavorare. Ci sono storie assurde, come per esempio quella di una ragazza di Ciudad, che ogni giorno viene a El Paso per fare l’autista di Uber. Ogni sera parcheggia la macchina, lascia il cellulare americano dentro e torna negli slum.
In questo viaggio i luoghi sono importanti quanto le persone che incontrate?
Più che i luoghi contano le persone, quelle che nel territorio hanno creato una loro identità e danno un valore aggiunto. Ci spostiamo in base a dove si trovano. A Marfa, per esempio, ci siamo fermati una settimana, ma non era previsto. Siamo entrati in contatto con la radio locale e uno dei dj si è prestato a fare la voce per un mio cortometraggio per la moda. Ho anche creato un manifesto fotografico sulla città che trovate sul sito di No Fashion Places.
Quando tornerete?
A luglio: finiremo di visitare El Paso e il New Mexico per poi dirigerci in Arizona.
Che cosa manca a Yuri Catania quando non è on the road sul tuo pick up?
Dopo dieci giorni che si è via da casa non è più viaggio, si entra in un’altra dimensione. Quando ti abitui a quella routine, diventa tutto un po’ stretto tra le mura domestiche. E poi a casa non fai più una foto! (ride, NdR).
Intervista pubblicata su WU 89 (giugno luglio 2018). Tutte le foto nella pagina sono di Yuri Catania. Segui Yuri su Instagram e Tripline
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