L’ANNO MAGICO DEL PODCAST IN ITALIA
Anche in palestra o sui mezzi pubblici possiamo ascoltare approfondimenti sui temi che ci stanno a cuore o su cui vogliamo saperne di più: i podcast ci offrono riflessioni fuori dal frastuono che ci circonda. Ci è arrivata anche l’Italia
di Gaetano Moraca
Se non avete mai sentito parlare di podcast probabilmente vivete in una spelonca e avete tagliato i ponti col resto del mondo, reale e virtuale. Scelta che in parte potrebbe essere auspicabile in questo strano momento, in cui siamo bombardati da migliaia d’informazioni e sotto il fuoco incrociato di fake news e notizie manipolate. Forse proprio in quest’esigenza di ritagliarsi momenti di sano e virtuoso approfondimento si può rintracciare la rapida diffusione quest’anno dei podcast in Italia.
Sgombriamo subito il terreno semantico da dubbi e inesattezze: la parola nasce dalla fusione di PoD (Personal on Demand) e Broadcast (trasmissione, diffusione), quindi il podcast è una trasmissione di contenuti su richiesta. Nei primi casi ci si riferiva con questo nome ai contenuti audio e/o video precedentemente trasmessi in radio e tv, fruibili nuovamente sul web. Ma poi quando Apple ha intuito il potenziale e ha deciso d’investire nel settore – inserendo tra le funzionalità del proprio iPod la voce di menù dedicata al podcasting e rimpinguando l’offerta del proprio store con numerosi podcast gratuiti – il passo per l’esplosione del fenomeno è stato breve. I podcast si possono ascoltare online o scaricare sul proprio dispositivo.
L’America ha fatto da capo la sin dal 2004 con la diffusione di un’offerta variegata. A titolo esemplificativo citiamo Serial, il podcast di più grande successo nella storia degli Stati Uniti, lanciato nel 2014 e diventato un vero e proprio fenomeno di culto, in cima alla classifica dei podcast iTunes per molto tempo. A metà strada tra narrazione e inchiesta giornalistica, nella prima stagione ha raccontato il caso dell’omicidio di una studentessa diciottenne di Baltimora, mentre con la seconda, nel 2016, la storia di un soldato americano tenuto prigioniero dai Talebani per cinque anni e poi accusato di diserzione.
Se analizziamo i dati che ci offre Google Trends, è facile capire come i podcast in Italia più ricercati e seguiti siano quelli legati alle trasmissioni radio (Rai e Radio24 su tutte) e tv (Rai). Però scorrere i dati delle ricerche che gli italiani fanno su Google ci permette di capire, in linea di massima, quali sono gli argomenti che ai nostri connazionali preme maggiormente approfondire. Tra i podcast più gettonati degli ultimi dodici mesi c’è Veleno, “una serie da ascoltare” – realizzata da Pablo Trincia e Alessia Rafanelli in collaborazione con Repubblica.it – che indaga, nel corso di sette puntate, su un fatto di cronaca risalente a vent’anni fa intorno a Modena. Segue Mangiafuoco sono io, il primo programma narrativo di Radio1, dedicato sempre a casi irrisolti di cronaca nostrana. Interessante è vedere comparire anche Wikiradio, podcast di Radio tre, che in ogni puntata racconta un evento accaduto proprio nel giorno in cui va in onda, intrecciando il passato con il presente.
Ascolta “S1E08. La Cina è già futuro” su Spreaker.
A prescindere dai dati offerti da Google, è impossibile non registrare come e quanto anche il web italiano si sia attrezzato nell’ultimo anno, con un sempre maggior numero di piattaforme e una sempre maggiore attenzione alla fruizione tecnologica. Piano P, piattaforma di podcast giornalistici professionali in italiano, fondata nel giugno del 2016 a Milano, ha raggiunto risultati ottimi con Da Costa a Costa, viaggio nell’America delle elezioni presidenziali di Francesco Costa, a cui sono seguiti altri contenuti di alto livello come Risciò, il podcast che ti porta a spasso per la Cina, guidato da Giada Messetti e Simone Pieranni, o Equilibrio digitale di Luca Conti, che prova a spiegare come usare la tecnologia senza diventarne schiavi. Tra le novità degli ultimi mesi spicca con forza la piattaforma storielibere.fm, un progetto di narrazione e intrattenimento che si propone di ridare centralità alla parola, a cura di Gian Andrea Cerone e Rossana De Michele. Tra le chicche imperdibili ci sono Esordienti di Matteo B. Bianchi, scrittore, esperto di editoria e autore tv, che con la sua ironia spiana la strada a quanti hanno il libro nel cassetto; Radici di Cristina Giudici, per capirne di più sull’immigrazione abbandonando i pregiudizi; Morgana della scrittrice e femminista Michela Murgia, che narra pro li di donne fuori dagli schemi, da Tonya Harding a Madonna.
Sempre a proposito di femminismi, sulla piattaforma Querty, è interessante nonché più longevo, il progetto di Senza Rossetto di Giulia Perona e Giulia Cuter, che approfondisce il ruolo della donna dal dopo guerra a oggi attraverso la voce di scrittrici contemporanee. Ancora su Querty si distinguono Racconti, una lettura dei racconti che escono ogni settimana sulla rivista letteraria “Inutile”, e Ricciotto, che ragiona intorno ai film in sala. In questa rapida carrellata non possiamo dimenticare Scientificast, il primo podcast indipendente a tema scientifico in Italia (risale al 2007!).
In America diverse ricerche (tra cui quella di edisonresearch.com) hanno dimostrato che ascoltare podcast non ruba tempo ad altre attività perché, come la radio, è possibile ascoltarli mentre si sollevano pesi, si è in mezzo al traffico, si aspetta la metropolitana o si porta il cane a passeggio. Ancora una volta cambia il nostro modo di accedere alle informazioni. Per cui se scegliete di andare a vivere in una spelonca, scaricatevi prima una buona dose di podcast, oppure assicuratevi che ci sia una connessione a internet stabile.
Articolo pubblicato su WU 92 (novembre 2018). Segui Gaetano su Facebook e sul suo sito
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