TAURO BOYS – LE COSE FATTE BENE
Maximilian, Young Pava e Prince hanno pubblicato all’inizio del mese il loro primo album ufficiale ‘Alpha Centauri’ dopo due tape diventati molto popolari in breve tempo
di Enrico S. Benincasa
È bastato relativamente poco tempo ai Tauro Boys per mettersi sulla mappa della scena trap italiana, per l’esattezza 19 mesi. Questo è il tempo passato da Tauro Tape 1 (dicembre 2017) ad Alpha Centauri (giugno 2019), primo album ufficiale del trio romano formato da Maximilian, Prince e Young Pava. I tre ragazzi di Roma classe 1996 sono entrati in studio a poca distanza da Tauro Tape 2, fortunato secondo capitolo della loro produzione (uscito nell’autunno 2018) che contiene i singoli Marilyn e Dieci Ragazze, e hanno confermato di non vivere di nessuna luce riflessa. Testi e basi di Alpha Centauri – queste ultime sotto la regia di Close Listen, il loro produttore di riferimento – non fanno a patti con i cliché di quello che a oggi consideriamo trap, almeno entro i nostri confini. Scelte premiate anche dal pubblico – come per esempio all’ultimo Mi Ami – perché i Tauro Boys hanno dimostrato di saper fare le cose per bene. E nella nostra chiacchierata partiamo proprio dal live, dal debutto con i pezzi nuovi di Alpha Centauri.
Com’è andato il primo concerto dopo l’uscita del disco a Cremona?
MA: È stato il primo live con i brani Alpha Centauri, se escludiamo i due singoli che abbiamo cantato anche sul palco del Mi Ami: Bella Bro era uscita giusto il giorno prima e già il pubblico la sapeva a memoria. A Cremona Abbiamo fatto quasi tutti i pezzi nuovi e la risposta è stata positiva, soprattutto per quelli che, a livello di streaming, stanno andando meglio.
Alpha Centauri non è un concetto nuovo per i Tauro Boys: lo citate anche nella intro di Tauro Tape 1: perché lo avete scelto come titolo del disco?
YP: No, Alpha Centauri non è qualcosa di nuovo per noi. È uno dei concetti a cui siamo legati da tempo, che ricorre nelle nostre rime anche da prima di TT1, sicuramente è un termine che usavamo nei freestyle di quattro anni fa. Abbiamo deciso di nobilitarlo e usarlo come titolo anche un po’ per questo.
MA: Ci è sembrata l’idea giusta per questo primo disco, il concetto di “uno e trino” che Alpha Centauri si porta dietro è perfetto per i Tauro Boys.
Dall’uscita di TT1 ad Alpha Centauri sono passati meno di due anni e solo pochi mesi da TT2 al disco ufficiale. Tra questi due ultimi lavori, anche per un discorso di tempi, c’è un forte legame musicale…
MA: L’album segue la linea musicale tracciata dall’ultimo tape, anche se si sente un po’ di differenza dell’approccio così come nella qualità di registrazione. I concetti musicali sono un’evoluzione di quel disco. TT1 è molto diverso perché il modo di fare musica era diverso: quelle sono canzoni nate di getto, praticamente non le riascoltavamo una volta registrate.
Quante canzoni avevate per Alpha Centauri?
YP: Tra bozze e progetti aperti, direi parecchie. In studio ne abbiamo completate una ventina, escludendo quello che abbiamo fatto a casa. Rispetto ai tape dove si sperimentava, si scriveva di getto e non si scartavano tracce, qui la selezione è stata più oggettiva e lucida.
In questo periodo ci sono stati degli episodi, sul palco e non, che vi hanno dato un segnale che le cose stavano procedendo per il verso giusto?
MA: Le ultime date del TT2 tour sono state di fuoco. Ricordo una tappa a Vicenza dove, per esempio, non avevo molte aspettative e invece si è rivelata memorabile. Non ricordavo molti messaggi da Vicenza via social, mi domandavo chi sarebbe effettivamente venuto. E invece c’è stato il pienone.
PR: Il nostro è stato sempre un percorso abbastanza costante, sin dalle prime cose che abbiamo pubblicato la direzione ci sembrava quella giusta. Non c’è stata quella traccia che ci ha fatto “esplodere”, anche se mi accorgo che dopo Bella Bro qualcosa è cambiato nell’approccio con le persone.
YP: Il metro di paragone molto spesso è il fan. Quando ti ferma in giro qualcuno, ti rendi conto di come ti percepiscono, di come si approcciano a te.
In Mela Serpente dite che «Milano pecca di gola, ma amo comunque Roma». Due terzi dei Tauro Boys sono a Milano da un po’: questa città vi ha cambiato?
MA: Direi di no, anche se la nostra scrittura deriva è molto legata al flusso di coscienza e, per certi versi, verrebbe da rispondere “sì”. Siamo qui da due anni: il primo è stato di stacco, abbiamo cambiato abitudini, c’è stata sicuramente una fascinazione forte per via dei mezzi e delle opportunità che Milano ti offre. Quando stavamo scrivendo Alpha Centauri, però, ho notato in me una certa nostalgia per Roma.
Come sono arrivati i due featuring di Side Baby e Knowpmw?
PR: Con Arturo ci conosciamo dai tempi del liceo, era da un po’ che volevamo fare un pezzo insieme. Lui ha sentito Bella Bro mentre stava lavorando con Close e ci ha lasciato una strofa. Con Knowpmw è andata diversamente: ci siamo praticamente conosciuti a casa di suo cugino. Con lui c’era anche Peppe Amore e ci siamo messi a fare una traccia, eravamo tutti presi bene e così è nata Ready for War.
MA: per le produzioni, invece, oltre ovviamente Close Listen, ci sono delle new entry come proprio Peppe Amore, Zollo e Nko. Kenzo e Nick Name ci seguono già dal TT1. E poi c’è Gemini, prodotta da Prince.
Come è andata la crociera con Salmo e Redbull?
YP: Benissimo, è stato veramente figo. E Massimo Pericolo è un fratello.
MA: Divertente, ci siamo esibiti nella parte più figa, tra le scale e l’ascensore (ridono, NdR). Abbiamo suonato in una sorta di sfida tra crew: era organizzata in una terrazza ai lati della quale c’erano due consolle dove si alternavano gli artisti. Il pubblico stava sotto, nella hall, e sulle scale che portavano alla terrazza. Noi ci siamo messi sulle scale a fare “il nostro”. L’idea della crociera è stata super, il “numero zero” di un format che può solo migliorare.
Vi siete subito trovati con Massimo Pericolo, quindi?
YP: Abbiamo scoperto sulla nave di esserci simpatici a vicenda. Eravamo un po’ timorosi all’inizio, poi abbiamo scoperto che ci ascoltavamo a vicenda. Ci siamo trovati in sintonia, senza chiederci troppo il perché.
Cosa vi accomuna?
MA: Siamo entrambi onesti in quello che facciamo. Veniamo da contesti diversi però raccontiamo di noi, siamo entrambi molti personali nella scrittura.
Dopo l’estate e le date dal vivo cosa faranno i Tauro Boys? Avete già programmato l’uscita di qualcosa?
PR: Non è presto per decidere cosa fare, ma nemmeno tardi. Sappiamo che dobbiamo metterci a lavorare, e lo faremo.
La foto in apertura dei Tauro Boys è di Daniele Paonessa
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