RANDOM – NON SOLO NUMERI
Random è uno dei “casi musicali” degli ultimi mesi, capace con la sua hit Chiasso di macinare milioni di ascolti sui servizi di streaming e visualizzazioni su YouTube. Ma è solo una tappa del viaggio musicale del rapper di Riccione, che ora si sta dividendo tra palco e studio
di Enrico S. Benincasa
Iniziamo dai numeri: Emanuele Caso in arte Random, con Chiasso, dallo scorso maggio a oggi ha sfondato il muro delle 10 milioni di visualizzazioni su YouTube e si avvicina velocemente ai 30 milioni di stream su Spotify. Sono cifre che non lasciano indifferenti, ancora di più se si considera la natura indipendente del progetto, ma occorre andare oltre. Proviamo quindi a conoscere meglio questo artista di Riccione, poco più che maggiorenne, che approccia il rap senza disdegnare la melodia, e che presto ci farà sentire cose nuove ma non interromperà l’attività live. Lo potrete vedere insieme al suo produttore Zenit anche a Bologna (il 19/10 al Matis), a Treviso (il 26 al New Age) e a Firenze (il 10/11 al Viper).
Come ti sei avvicinato alla musica e in particolare al macromondo del rap?
Ho iniziato ad avere a che fare con la musica fin da piccolo, da quando avevo cinque anni. È una passione che mi ha trasmesso mio padre. Il mio primo strumento è stato la batteria, poi ho messo le mani su altri come chitarra, basso e piano. Il rap è arrivato ai tempi della scuola, prima con il freestyle e poi ho cominciato a scrivere testi.
Quali sono i tuoi riferimenti della scena? Con che artisti “nelle orecchie” sei cresciuto?
Sono cresciuto ascoltando Marracash, Emis Killa, Guè Pequeno, in particolare il primo. In generale oggi cerco di non farmi influenzare troppo dai miei ascolti, soprattutto italiani.
Ti aspettavi sinceramente che Chiasso potesse raggiungere un numero di ascolti e visualizzazioni così importante?
Inizialmente l’obiettivo che avevamo era quello di arrivare a un milione di stream. Un po’ di rumore ce lo aspettavamo quindi, lo volevamo. Quando abbiamo visto che Chiasso viaggiava a quasi 400 mila ascolti al giorno ci sembrava impossibile. Le nostre aspettative erano così diverse che, quando il video ha fatto 100 mila visualizzazioni su YouTube in una settimana, abbiamo fatto una festa, mentre invece quando siamo arrivati al disco di platino non abbiamo fatto granché.
Oltre 29 milioni di ascolti su Spotify e 10 di visualizzazioni su YouTube: sono numeri che vivi serenamente o ti senti molto più responsabilizzato nei confronti del pubblico?
Ho sempre avuto un senso di responsabilità verso chi mi ascolta, che si traduce nell’impegno a dare un messaggio positivo e a migliorare in qualche modo le loro giornate. È una cosa che ho sempre fatto, anche prima del successo di Chiasso. Poi, come si dice, da “grandi poteri derivano grandi responsabilità” e quindi mi sento ancora più responsabilizzato, ma continuo a fare musica in maniera serena, con lo stesso spirito di quando mi esibivo solamente davanti ai miei amici.
Come scrivi? Lo fai sempre su una base o, in maniera “random”, ti appunti immagini, idee, parole in ogni momento del giorno?
Occorre fare prima un distinguo: Random ed Emanuele non sono oggi esattamente sovrapponibili. Random è Emanuele quando era innamorato, racconta il suo passato e le emozioni che provava. Quando in genere mi impongo di scrivere, o è la situazione a farlo, non riesco bene come vorrei. Mi faccio guidare molto dalle sensazioni, se trovo il momento giusto scrivo il mio miglior pezzo anche in dieci minuti. Spesso mi vengono idee nei momenti più disparati: molte me ne sono venute quando facevo il muratore, mentre attaccavo le mattonelle la mia testa viaggiava e in quelle circostanze sono nati molti pezzi.
Il nome Random da dove viene?
Arriva ovviamente dal mio cognome (Caso, NdR). Inizialmente mi chiamavo Ca$h O, all’inizio era questo il mio nick. Poi ho dovuto cambiarlo per diversi motivi e ho scelto Random.
Ti stai dedicando a un nuovo capitolo della tua produzione musicale: lavorerai solo con Zenit o lo farai anche con altri produttori?
Lavoro solo con lui. Tutto quello che ho fatto lo abbiamo fatto insieme, sia le cose pubblicate sia quelle che ancora non avete sentito. Se tornassi indietro non cambierei mai e poi mai la scelta di lavorare in questo modo. Poi, in futuro, se e quando arriveranno opportunità, ci ragioneremo, ma non è questo il momento di pensarci.
Ci saranno featuring in questo nuovo progetto?
Non ti posso dire i nomi, ma ce ne saranno diversi. Sono molto contento di queste opportunità che si sono aperte, è una cosa che desideravamo da molto e finalmente è arrivato il momento. Dico sempre a tutti: se c’è qualcosa che ti piace, falla. È quello che abbiamo fatto con la musica, solo così siamo giunti a dei risultati. Ce l’abbiamo fatta da un posto di periferia della scena come Riccione, impegnandoci al massimo ogni giorno e continueremo così.
Hai un po’ di date in giro per l’Italia: come vivi il live?
È il centro di tutto, è il momento che hai per essere in contatto con il tuo pubblico. Vedere le persone coinvolte mentre suoni ed emozionate quando le incontri dopo un’esibizione è una cosa speciale. È il motivo per cui faccio musica.
Intervista pubblicata su WU 98 (ottobre novembre 2019). La foto di Random in apertura è di Antonio Ragni
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