LE TERRIFICANTI AVVENTURE DI SABRINA E LA NUOVA VITA DEL TEEN DRAMA
La nuova serie dedicata alla strega adolescente più famosa dell’immaginario televisivo è disponibile su Netflix dal 26 ottobre
di Davide Colli
Le terrificanti avventure di Sabrina, vicende trasposte nuovamente per la televisione dallo showrunner Roberto Aguirre-Sacasa, rappresenta un traguardo soddisfacente per l’evoluzione del genere di prodotto televisivo che, tra tutti, ha avuto un effetto di coinvolgimento maggiore sul proprio pubblico, ovvero del teen drama. La storia principale rimane, a grandi linee, la stessa della sitcom originale, ovvero le disavventure quotidiane di un’adolescente con dei poteri paranormali, per colpa dei quali si caccia sempre in situazioni problematiche per lei e per le persone che ama; a cambiare radicalmente è l’approccio al racconto, orientato verso l’horror, seppur non tralasciando momenti di maggiore leggerezza. In poche parole, un esempio perfetto di prodotto young adult moderno.
Dall’inizio degli anni Novanta fino a oggi, l’importanza di questo filone risiede nel suo proporre i primi esempi di opere adatte alla fruizione seriale a una fascia di spettatori principalmente giovanile, che si affaccia per la prima volta a racconti caratterizzati dalla prosecuzione orizzontale (come appunto Le terrificanti avventure di Sabrina) e quindi non autoconclusivi. Il teen drama assume quindi un ruolo quasi didattico nei confronti di un pubblico dall’età anagrafica bassa, in quanto lo avvicina con qualità a uno standard che poi caratterizzerà la maggior parte dei prodotti anche durante l’età adulta.
Nell’arco di quasi trent’anni di vita del genere, sia per quanto riguarda il mercato televisivo sia per quello cinematografico, il livello di mezzi e risorse investite nei prodotti per ragazzi si è innalzato a vista d’occhio. Il pubblico giovane è diventato il vero padrone dell’industria seriale in quanto in grado di stare perfettamente al passo coi tempi, tanto con i nuovi metodi di fruizione dell’audiovisivo quanto con gli attuali strumenti indicatori della recezione (positiva o meno) di un particolare prodotto, ovvero i social network.
Sempre per venire incontro alla sentita esigenza di una cura implementata verso tali opere, si è sperimentato in dose massiccia con la contaminazione dei generi, contribuendo ad un maggiore livello di diversificazione. Nel panorama televisivo, il pilastro fondamentale di questo processo è stato Buffy – L’ammazzavampiri, il cui successo deriva dalla fusione di filoni agli antipodi e prima di allora mai mescolati tra loro, al quale sono seguiti in tempi più recenti Teen Wolf e Riverdale, serie di cui Le terrificanti avventure di Sabrina è lo spin off. Quest’ultima, seppur si presenti inevitabilmente come figlia della serie di Joss Whedon, il risultato si dimostra ancor più ben amalgamato. La volontà della produzione non si limita a proporre al giovane pubblico alla quale è destinata la serie un semplice miscuglio tra due generi, ma concepisce la sua stessa natura ibrida e valorizza al massimo delle potenzialità gli stilemi del racconto dell’orrore quanto di quello di formazione.
Le terrificanti avventure di Sabrina spicca anche in confronto alle altre già citate proprio grazie ad una totale adesione di entrambi i generi che va a rappresentare, senza mezzi termini e senza alcun tipo di edulcorazione. Le sequenze più smaccatamente horror riprendono l’immaginario gotico attuale e non per dare vita su più riprese a momenti decisamente ricercati, almeno dal punto di vista visivo. Il dettaglio che, tuttavia, permette di comprendere la maturazione che questi prodotti young adult hanno raggiunto si trova nel lavoro svolto sulla figura della protagonista, Sabrina Spellman. Il dualismo interiore che la caratterizza, essendo per metà strega e per metà ragazza mortale che lotta per l’emancipazione femminile (aggiunta felice che rende ancora più attuale la serie) ed essendo, per tali motivi, esclusa dalla società sia nella sua vita mortale che in quella soprannaturale, dà al suo personaggio una connotazione attuale che non è da sottovalutare.
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