WOODOO – LEGNO E MAGIA
Timothée Boitouzet ha scelto di lasciare l’architettura per reinventarsi imprenditore chimico e lanciare Woodoo, una startup che vuole cambiare per sempre il modo in cui utilizziamo e concepiamo il legno
di Enrico S. Benincasa
Francese, poco più di trent’anni, Timothée Boitouzet ha optato per un nome che senz’altro rimane in mente per la sua azienda di biotech: Woodoo. «Vediamo questa innovazione come una combinazione di legno e magia», è la sua risposta quando gli chiedi il motivo di questa scelta. Background da architetto, ha capito che per innovare veramente nel settore dell’edilizia e delle costruzioni bisognava partire dalle materie prime. Scelto da Timberland tra i protagonisti della sua campagna Nature Needs Heroes, qui ci racconta come ha modificato il legno, creando un nuovo materiale ecosostenibile che può essere utilizzato in tantissimi settori.
Qual è stato il percorso che ti ha portato a realizzare questo “legno aumentato”?
Ho iniziato la mia carriera come architetto e ho avuto la fortuna di lavorare con alcuni dei più apprezzati professionisti e studi a livello mondiale come Kengo Kuma, SANAA, Herzog & De Meuron, SOM, tutti vincitori del Pritzker Prize (l’equivalente del Premio Nobel per l’architettura, NdR). Un giorno, però, ho capito che non è possibile avere un impatto solo attraverso il design, occorre ripensare da zero come costruire gli edifici e quali sono i materiali da usare nel XXI secolo. Siamo in un momento differente rispetto anche a soli pochi anni fa: in un contesto di boom urbanistico, con la questione ambientale e in una situazione di scarsità di risorse come quella attuale, la Cina ha usato più cemento tra il 2011 e il 2013 di quello che hanno fatto i soli Stati Uniti in tutto il XX secolo. Bisogna poi considerare che il 70% della popolazione mondiale, nei prossimi vent’anni, vivrà perlopiù in contesti urbani. L’architetto, considerando queste premesse, non può quindi essere solo un progettista di edifici, ma deve essere un professionista che contribuisce alla creazione di costruzioni intelligenti in un pianeta in rapida evoluzione.
Quindi oggi non sei più solo un architetto?
Dopo il mio percorso in architettura ho deciso di continuare la mia carriera in un altro campo, quello della chimica e in particolare quello della biologia molecolare applicata ai materiali. Da architetto, in pratica, sono diventato chimico. Ho studiato a Harvard e al MIT e sono tornato in Francia per lanciare Woodoo nel 2017.
Che tipo di legno utilizzi per creare i prodotti Woodoo?
Utilizziamo legno di tutti i tipi, anche quelli considerati di grado inferiore come pino, pioppo, faggio e betulla. Sono specie più deboli, ma che crescono in fretta. In Francia il 49% del legname di queste qualità non è utilizzato, e questo è un materiale al quale Woodoo può dare una “seconda vita”. Successivamente rimpiazziamo una molecola di questi legni, la lignina, con un biopolimero che fornisce proprietà incredibili di trasparenza, sensibilità e resistenza, ed è allo stesso tempo tre volte più leggero dell’alluminio.
Che tipo di oggetti si possono realizzare con questo materiale? Ho letto che questo legno può anche sostituire il cemento in certi casi…
Si può fare tutto: abbiamo ricevuto richieste da aziende di moda, di arredamento, di merchandising, di interni per auto, barche e aerei, di realtà del mondo dello sport, delle costruzioni e persino da chi si occupa di space design. Questa tipologia di materiale che è in grado di combinare specifiche caratteristiche tecniche con un’estetica mai vista prima attrae interesse da svariati settori.
Woodoo è ancora in una fase che potremmo definire “beta”: quando pensi usciranno sul mercato i primi prodotti creati con questo materiale?
Stiamo lavorando per migliorare la nostra capacità produttiva. I primi utilizzi di Woodoo si vedranno già il prossimo anno nel mondo dell’interior design. Debutteremo come materiale per gli interni per auto nel 2022.
Quali sono i vostri obiettivi per i prossimi cinque anni?
Vogliamo lavorare con le più importanti aziende del mondo del design, della mobilità e del real estate. Per fare questo dovremmo crescere anche internamente: attualmente siamo in 15 e vogliamo arrivare ad almeno 100 persone entro il 2025. Ovviamente il nostro impegno è anche nel campo della sostenibilità: con la nostra attività pensiamo di contribuire a poter ridurre i gas serra emessi nell’ambiente e a far rivivere l’ecosistema delle foreste e l’economia a esso legata. E, soprattutto, vogliamo far crescere la nostra cultura aziendale nel punto dove si intersecano tecnologia, innovazione, design e sostenibilità.
Intervista pubblicata su WU 99 (dicembre 2019 – gennaio 2020). Nella foto in alto: il fondatore e CEO di Woodoo, Timothée Boitouzet. Foto di JP Mesguen
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