SARAH STRIDE – UN’ALTRA VESTE
Il 24 aprile esce ‘Remixes EP’, un album di Sarah Stride che contiene i remix di alcuni pezzi di ‘Prima degli Assassini’, il suo ultimo album. Ce lo racconta lei stessa in questa intervista
di Enrico S. Benincasa
Sarah Stride torna con un nuovo lavoro, molto diverso da quello che ci ha fatto sentire fino a questo momento. Si tratta di un EP dal titolo che non lascia nessun dubbio sul contenuto: Remixes. Al suo interno, infatti, troviamo sei brani del suo ultimo disco, Prima che gli assassini, su cui hanno messo le mani Coclea, Davide Ferrario, Go-Dratta, Holograph, Korinami e anche Howie B. Un esperimento, realizzato insieme a Studio Noesis, che esce il 24 aprile e che avrebbe dovuto avere anche una declinazione dal vivo. Lasciamo a Sarah Stride il compito di raccontarci come è nato questo lavoro, iniziando per forza di cose da come sta vivendo questo momento così particolare.
La prima domanda riguarda la situazione di questi giorni: come stai vivendo questo periodo così inaspettato e surreale?
In tutta sincerità, al di là dell’enorme dispiacere per tutta la sofferenza che l’uomo sta attraversando in questi giorni difficilissimi e la naturale preoccupazione per quello che accadrà economicamente e politicamente, trovo che questo sia un momento pieno di possibilità. Lo guardo e lo vivo con grande curiosità, cercando di essere calma, vigile e presente a me stessa e agli altri. Contemporaneamente alla paura, ai sacrifici e alla tragedia delle tante perdite, stanno accadendo cose di incredibile bellezza, come il ripopolamento degli animali, il calo dell’inquinamento, la richiesta del cessate il fuoco in tutti i Paesi in guerra e una solidarietà e una fratellanza credo mai sperimentate prima. Quello che sta avvenendo è anche figlio di come abbiamo trattato il pianeta sul quale viviamo. Cerco comunque di guardare al futuro come a una grande svolta, con grande fiducia nell’uomo e quello che sarà il suo avvenire.
Che ruolo sta avendo la musica in questo momenti di “esilio casalingo”?
Ho la fortuna di condividerlo con mio marito, anche lui musicista, per cui puoi immaginare come la musica rappresenti il fulcro intorno al quale ruota la nostra vita, ora come in qualsiasi altro momento.
Veniamo al disco: quando e com’è nata l’idea di raccogliere in un unico contenitore i remix di alcuni pezzi di Prima che gli assassini?
È nata insieme al mio manager, Alessandro Rinaldi. Mesi prima aveva già coinvolto uno degli artisti con cui collabora, Coclea, per remixare uno dei brani del disco. L’esperimento ci era piaciuto moltissimo e quando abbiamo iniziato a dialogare con Studio Noesis in merito alla possibilità di finanziare un mio progetto. L’idea di un EP di remix ci è parsa subito quella più interessante e fattibile per dare nuovo respiro ad un disco che amiamo molto e che eravamo curiosissimi di sentire in una nuova veste. Oggi sostenere le spese per una produzione indipendente di alto livello è molto impegnativo e, nel tempo veloce nel quale viviamo, un disco ha una vita troppo breve rispetto a quella che necessita per essere recepito e interiorizzato.
Come hai scelto gli artisti che hanno remixato i tuoi pezzi? Hai creato tu le combinazioni pezzi-artisti o hai lasciato scegliere loro
Sempre insieme ad Alessandro, cercando di avvicinare produttori che lavorassero con l’elettronica ma che fossero molto diversi tra di loro per attitudine e timbri e che potessero essere interessati a lavorare su un materiale inconsueto come i brani che compongono Prima che gli assassini. Abbiamo lasciato che fossero loro a scegliere i brani da remixare in totale libertà.
Howie B, tra gli artisti che hai scelto, è quello con il curriculum più importante: com’è nata l’idea di affidargli un pezzo e perché ha scelto proprio Schianto?
Nel corso degli anni ho avuto modo di collaborare con Howie su altri progetti, sia prettamente musicali sia di video arte. Ovviamente, essendo una figlia degli anni Novanta, musicalmente parlando, Howie B è sempre stato per me un gigante della produzione, anzi, un artista, prima che produttore, per tantissime ragioni: sensibilità timbrica e armonica, competenze, scelte compositive, genialità nell’uso delle ritmiche… Umanamente, poi, è una persona serissima e con un’onestà intellettuale davvero rara. Ricordo la prima volta che gli scrissi via mail mandandogli dei miei provini chitarra e voce: mi rispose tempestivamente che non poteva ascoltarli, ma che l’avrebbe fatto dopo una settimana. Bene, dopo una settimana esatta mi scrisse con un report attentissimo su tutto il materiale che gli avevo inviato. Anche in questo caso mi ha risposto subito che avrebbe amato remixare Schianto perché era un pezzo che gli calzava perfettamente, in più è un brano meno denso in termini di elementi rispetto ad altri brani del disco, la melodia è molto larga e sicuramente l’arrangiamento è uno di quelli con maggiore respiro all’interno dell’album.
C’è qualche altro pezzo del disco – o anche di dischi precedenti di Sarah Stride – che avresti voluto remixare e inserire in questa raccolta?
No, in realtà sono rimasta molto soddisfatta dalle scelte dei produttori. Prima che gli assassini è un album piuttosto eterogeneo e direi quasi “tripartito”, esiste al suo interno un’anima più punk minimale, una vagamente più pop e una quasi salmoidale, e in questo senso sono stati scelti brani che appartengono ad ognuna di queste tre categorie.
Cos’hai “imparato” dai tuoi pezzi, quando li hai riascoltati in questa veste così diversa?
Ho sempre pensato che una canzone, così come un’opera artistica, una volta conclusa nella sua fase di creazione acquisti una vita propria. Sentire la nuova vita di queste canzoni, seppur così fortemente connotate dalla scrittura e dalla vocalità né è stata l’emozionante ennesima riprova.
Avresti dovuto presentare il disco al Biko il 14 marzo ma, come tutti sappiamo, la situazione attuale che stiamo vivendo non lo ha reso possibile. Sperando di poter riprogrammare presto questa data, ci puoi dire qualcosa di come avevi immaginato questa presentazione?
Avevamo immaginato le presentazioni di questo EP come fossero degli happening durante i quali i produttori potessero entrare ad interagire con la band durante il set live, che è comunque molto elettronico, per poi chiudere la serata solo da dj set. Eravamo curiosissimi di sperimentare questo tipo di concerto, restiamo fiduciosi e arriverà il tempo in cui si potranno fare!
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La foto in alto di Sarah Stride è di Laura Majolino
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