LVNAR – LA VISIONE È TUTTO
Musicista e produttore, Lvnar collabora da tempo con Mecna – sia in studio, sia sul sul palco – e anche con artisti come Iamseife
di Futura 1993
Chi segue da tempo Mecna avrà notato una presenza costante di tutti i suoi dischi: Lvnar. Il producer, all’anagrafe Marco Ferrario, ha affiancato negli anni il rapper per plasmare il suo sound in equilibrio tra malinconia e sperimentazione, elettronica e r&b, old school hip-hop e pop. Il tutto tramite synth e beat che non hanno paura di guardare oltreoceano alla scena americana, facendolo diventare in poco tempo una presenza fissa e riconoscibile dai fan, sia in studio che live. Oltre al gran numero di brani prodotti, ha infatti seguito l’artista foggiano in svariati tour in veste di deejay, risultando un elemento insostituibile nella formazione a due quanto in quella allargata di pochi mesi fa, con Alessandro Cianci alla chitarra e Andrea Dissimile alla batteria.
Il sodalizio tra Lvnar e Mecna si è rinnovato in Mentre Nessuno Guarda: uscito a ottobre, è un lavoro che dimostra un ennesimo upgrade nel sound e una cura di livello internazionale per gli arrangiamenti. A tutto ciò si aggiunge anche una carriera solista, iniziata nel 2018 con un EP collaborativo insieme ad Iamseife e proseguita con vari esperimenti, molti dei quali ancora inediti. Abbiamo così fatto una chiacchierata con Lvnar per addentrarci maggiormente nel suo mondo, fra la strumentazione che possiede e gli ascolti della vita.
Raccontaci un po’ il tuo percorso nel mondo della musica: cosa ha portato Lvnar a diventare un produttore?
È nato tutto un po’ per caso. A 13 anni tutti i miei amici facevano freestyle, io a casa avevo un microfono e delle casse ereditate dalla radio di mio padre ma nessuno produceva, quindi quasi per necessità ho iniziato questo viaggio. Inizialmente mi occupavo solo di registrare le canzoni poi mi sono approcciato ai primi programmi e campionamenti random. Pensa che registravo con il microfono direttamente dalle casse quello che mettevamo sui giradischi, ai tempi era difficile capire come funzionassero le cose e probabilmente quegli anni sono serviti ad arrivare al mindset che ho ora. Continuo sempre a sperimentare e cercare nuovi modi per ottenere i risultati che desidero, inventandomi ogni volta un metodo diverso.
Ci sono stati degli ascolti che ti hanno cambiato la vita e che potresti consigliarci?
Everything She Touched Turned Ampexian di Prefuse 73, Shobaleader One: d’Demonstrator Sideproject di Squarepusher e Classe 73 di Bassi Maestro. In tutti questi casi c’è sempre un equilibrio tra ricerca sonora, emotività e ossessione per la timbrica della batteria. Da grande posso dirti che rivedo molto della mia cifra stilistica in questo trittico.
Quali sono, a tuo parere, le principali doti che un buon produttore deve possedere?
La pazienza e l’empatia credo siano le qualità principali, ma non quelle fondamentali dato che io, per esempio, non le possiedo affatto (ride, NdR). Nel concreto penso serva la sensibilità di comprendere a fondo l’artista con cui si sta lavorando e la capacità di avere una visione del pezzo nel suo complesso, immaginare il contesto in cui verrà ascoltato ed essere in grado di veicolare le emozioni attraverso i momenti e i suoni in modo che “l’effetto” che si presuppone debba avere accada effettivamente nelle persone che lo ascoltano.
Domanda tecnica: che strumentazione usi? Sei più un tipo da analogico o da digitale?
Citando Cardi: «I can get ’em both I don’t wanna choose». Attualmente ho ridotto tutto all’osso: computer ultra potente, scheda audio, casse monitor e tastiera midi da meno di 50 euro. Negli anni ho provato analog, digital, fm, hybrid, sintesi vettoriale, compressori esterni e alla fine mi sono trovato a capire che per me l’importante è la visione, l’idea e non voglio perdere tempo su altro. Ho comprato da poco una chitarra e sto iniziando a suonicchiare nelle produzioni, ha cambiato totalmente il mio approccio sulla scrittura per non avere più le note disposte sulla tastiera e in progressione.
Come è iniziato il rapporto tra Lvnar e Mecna?
La nostra collaborazione è nata tramite Iamseife. Ai tempi ci vedevamo spesso con in testa l’idea di sviluppare un certo suond e di riuscire a piazzarlo a qualche rapper. Simultaneamente Mecna nelle vesti di Corrado Grilli ci aveva fatto una grafica per un singolo e credo da lì sia nato il tutto. Mi sembra ieri quando lavoravamo a Laska e dentro di me mi chiedevo se sarebbero mai state capite quelle sonorità.
Com’è una giornata tipo in studio con lui?
Abbiamo sdoganato le session in studio solo nell’ultimo disco. Prima abbiamo sempre lavorato principalmente via WhatsApp, Dropbox e WeTransfer. È stato bello ed è servito molto ai fini del disco provare questo approccio più da “musicisti”, però se devo dirti una giornata tipo non esiste, sono un neofita in questo senso. Recentemente ho fatto qualche sessione in studio con altri artisti ed è molto stimolante arrivare a certi risultati attraverso un confronto diretto.
Raccontaci un po’ che avventura è stata la produzione di Mentre Nessuno Guarda e qualche aneddoto curioso.
Non è divertente, ma indicativamente di ogni pezzo esistono tra le venti e le trenta versioni. Dopo aver creato tanto insieme non è facile trovare soluzioni nuove e riuscire a stupirsi, ma stavolta penso si senta lo step in più fatto rispetto ai lavori precedenti. Per farla breve è stato un inferno, ma siamo molto soddisfatti del risultato.
Hai suonato anche in tour a fianco a Corrado praticamente da sempre: che esperienza è il live rispetto alle produzioni in studio?
È stata un’esperienza divertente e stancante. Negli anni si è creata una situazione in cui a volte mi sento più come uno spettatore. Andare la quarta volta nella stessa città, vedendo i numeri crescere e anche l’entusiasmo è sempre il vero spettacolo per me. È stato anche terapeutico: mi ricorderò sempre il primo live insieme in Santeria quando ho sentito Nonostante Sia uscire dall’impianto e ho visto la reazione della gente. Mi ha fatto ripensare a quando ho abbozzato il beat e ora ero lì davanti a tutte quelle persone emozionate di vivere una determinata cosa insieme. Credo di aver capito, per la prima volta, il senso del mio ruolo.
In passato hai avuto qualche sporadica incursione nel mondo musicale nelle vesti di solista: pensi di ripeterlo in futuro con nuovi pezzi a tuo nome?
Assolutamente! Ho in mente un sacco di cose e sto iniziando a mettere insieme un po’ di visioni interessanti. Sto lavorando ad un mio primo progetto solista e sono carichissimo.
Se potessi scegliere una top 3 di brani da te prodotti a cui sei più affezionato quali mi diresti?
Senza dubbio: Dove Sei Tu, Nonostante Sia, Non Mi Va/Con Te.
Com’è fare musica in questo particolare momento storico? Cosa speri accada in futuro in sostegno del settore musicale?
Purtroppo il nostro settore è stato ripetutamente martoriato e, nonostante le tante iniziative sui social, mi sembra non si sia mosso niente. Non ho neanche voglia di crearmi finte aspettative, sappiamo come funzionano le cose in Italia. Spero si risolva questa situazione a livello mondiale e non vedo l’ora di ricominciare a fare date con tutto il team.
Quali sono a livello nazionale e internazionale i producer che stimi maggiormente e con cui ti piacerebbe lavorare?
In Italia stimo enormemente Big Joe, Greg Willen e Sick Luke, tre geni. Internazionali ce ne sono così tanti che perderei troppo tempo solo per decidere chi escludere.
A proposito di collaborazioni: qualche tempo fa hai pubblicato un EP realizzato insieme a Iamseife, ce ne parleresti?
Sì, anni fa abbiamo realizzato un EP strumentale, un vero travaglio. Ora però siamo più competenti, focalizzati e annoiati quindi proprio recentemente stavamo pensando di riproporre la cosa ma staremo a vedere!
Intervista a cura di Filippo Duò
La foto in alto di Lvnar è di @giorgxh
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