CONSOLLE RETROGAMING, IL PASSATO È ORA!
Mentre le nextgen si contendono il mercato del gaming a suon di innovazione, fiorisce anche il mercato dei dispositivi dedicati ai “bei vecchi tempi”
di Marco Agustoni
Playstation 5 e Xbox Series si contendono il mercato delle console nextgen, mentre l’attenzione mediatica è focalizzata su Cyberpunk 2077, il videogioco open world che grazie al realismo delle sue ambientazioni ha tenuto con il fiato sospeso gli appassionati, salvo poi deludere a causa di montagne di bug e problemi di compatibilità. In un simile contesto, in cui l’esperienza di gioco è sempre più improntata all’ultrarealismo, possibile che ci sia ancora spazio per i “bei vecchi giochi di una volta”?
A quanto pare sì, almeno a giudicare dal successo che stanno ottenendo le tante console dedicate al retrogaming, che in un modo o nell’altro forniscono la possibilità di riscoprire i più popolari videogiochi vintage – parliamo per lo più di un periodo che va dagli albori della seconda metà degli anni Settanta fino alla prima metà degli anni Novanta – emulando l’esperienza di gioco originale.
Il fenomeno della cosiddetta emulazione non è certo nuovo: da tempo è possibile scaricare, spesso gratuitamente, software appositi per rigiocare su pc grandi classici come Space Invaders, Donkey Kong o Arkanoid. Ma si tratta di programmi il cui funzionamento è spesso macchinoso e i cui risultati sono di rado soddisfacenti.
Da qualche anno, però, la situazione è cambiata, grazie all’arrivo sul mercato di console appositamente dedicate al retrogaming. Queste, peraltro, si possono suddividere in diverse categorie, la prima delle quali è costituita da console di marchi per lo più sconosciuti, sulle quali è caricato il software di emulazione, assieme a un catalogo di giochi provenienti da ambiti anche molto differenti. In genere, queste soluzioni hanno come punti di forza un prezzo contenuto e una selezione di giochi molto ampia, anche se la qualità non è sempre adeguata.
Esistono poi console retrogaming immesse sul mercato dagli stessi produttori originali, che hanno fiutato il trend e non si sono fatte scappare l’occasione. Si tratta spesso di versioni riviste o “compatte” dell’originale, in genere dotate di controller simili a quelli in uso per i loro “antenati”. A fare da apripista è stata la Nintendo con il suo NES Classic Mini, riproduzione della console a 8 bit lanciata nel 1983. Dedicata esplicitamente ai nostalgici e ai “retroappassionati”, è venduta con una trentina di giochi preinstallati, fra i quali figurano cult come il primo Super Mario, Zelda o il già citato Donkey Kong.
A questa è seguita poi, sempre in casa Nintendo, la SNES Classic Mini, riproduzione della console che nel 1990 ha segnato il passaggio ai 16 bit, con una selezione che include Super Mario World e Final Fantasy. Sega si è decisa a rispondere con la AT Games Sega Genesis Flashback, pensata per i fan di Sonic e degli altri titoli di casa (i giochi preinstallati sono oltre ottanta) e dotata di due controller wireless e cavo HDMI – come peraltro le due console sopracitate della Nintendo – per utilizzarla su un televisore che non sia anch’esso “retro”.
E non ci sono solo le console, perché anche gli appassionati del Commodore 64 (a cui sarebbe poi seguito l’altrettanto amato 128) possono compiere un viaggio all’indietro nel tempo con THE C64 Mini, versione mignon dell’originale che oltre a fornire una serie di titoli preinstallati, offre anche la possibilità di caricare nuovi giochi tramite chiavetta USB.
Oltre a queste soluzioni “proprietarie”, esistono poi console retrogaming pensate per riutilizzare le cartucce originali rimaste però senza un supporto di gioco. Per chi ad esempio avesse ancora dei videogiochi della SNES in cantina, indeciso se buttarli o tenerli a fare muffa, è finalmente arrivato il momento di rispolverare il vecchio “arsenale” di cartucce per farlo girare sulla Analogue Super Nt. Ed esistono soluzioni simili per altre popolari console di gioco.
Infine, rimane sempre l’opzione più “nerd” di tutte, ovvero costruirsi la propria console retrogaming da soli. È sufficiente acquistare un versatile Raspberry Pi per un’ottantina di euro, configurarlo seguendo le istruzioni reperibili in rete e utilizzarlo come emulatore per giocare a tutti i titoli vintage che desiderate. Ci vorrà di certo qualche sforzo in più, ma la soddisfazione di aver fatto da sé è davvero impagabile.
Nella foto in alto: il Super Nintendo Classic Mini, “caposaldo” del retrogaming rilanciato da Nintendo
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