IARA RACHID – TOCCARE IL CIELO CON UN DITO
Dai libri per bambini ad una delle piazze più belle della Sardegna, Iara Rachid svela il processo creativo che ha portato alla nascita del suo primo murale per il progetto 30×30 di Worldrise sostenuto da North Sails
di Erna Dzaferovic
Iara Rachid, 25 anni, di origine brasiliana, è un’illustratrice freelance che lavora principalmente sui libri per bambini. È nata e cresciuta a Divinópolis, nello Stato brasiliano di Minas Gerais, dove si è laureata in animazione prima di trasferirsi a Genova. Iara ha partecipato, insieme ad altri nove artisti, a Oceano e Clima, iniziativa legata all’arte che fa parte di 30×30, progetto di salvaguardia dei nostri mari promosso da Worldrise e sostenuto da North Sails.
La sua opera si trova in piazza Cossiga a Golfo Aranci, in Sardegna, ed è stata la sua prima esperienza nel campo della street art. Quello della cittadina sarda è solo uno dei murales sparsi per tutta Italia al fine di sensibilizzare l’opinione pubblica riguardo la problematica ambientale e il surriscaldamento globale.
Qual è stato il tuo percorso artistico?
Ho iniziato con la street art recentemente. Sono un’illustratrice di libri per bambini, ma durante il lockdown ho avuto la necessità di approcciarmi a diverse forme di arte e, poiché la street art permette la diffusione di creatività all’aperto senza la necessità di frequentare posti chiusi, ho pensato fosse la soluzione perfetta. È da qui che è nata la mia voglia di fare arte per strada.
Raccontaci il processo creativo dietro alla tua opera per 30×30.
Ho sempre pensato che la connessione tra uomo e natura fosse un qualcosa di inspiegabile. Facciamo tutti parte di un unico ecosistema, e non credo ci siano, o per lo meno non dovrebbero esserci, differenze tra l’uomo e gli esseri marini. In fondo, siamo parte della stessa rete. Avevo già una bozza di quest’opera da tempo, quindi ho cercato di rappresentare questa connessione integrando il sentimento che provavo a riguardo e proiettandolo su due tavole di legno.
Che impatto può avere, secondo te, una campagna come quella di 30×30 sulla società odierna?
La campagna 30×30 presenta una tematica di forte impatto sia sociale sia ambientale. La scelta di trattare un argomento così delicato attraverso l’arte è stata la carta vincente. L’arte tocca nel profondo e utilizza un linguaggio personale, ogni artista ha il proprio e a seconda di chi osserva trasmette sensazioni diverse.
Quanto pensi sia importante sensibilizzare l’opinione pubblica su concetti come ecosostenibilità e salvaguardia degli oceani?
Non credo di esagerare dicendo che è la cosa più importante in assoluto. Stiamo vivendo un momento storico che lascerà in tutti noi un segno profondo. Siamo testimoni di una catastrofe mondiale causata anche da squilibri ambientali. La preservazione dell’ambiente dovrebbe essere una priorità per ogni essere umano, ma purtroppo ad oggi non lo è: siamo fatti tutti della stessa materia e dovremmo capire che l’ecosistema è parte di noi. L’essere umano ha bisogno di tutto quello che lo circonda e questo è il momento per reagire, anche per migliorare la qualità di vita delle generazioni future. È tutto nelle nostre mani.
È cambiata la tua percezione del problema della salvaguardia dell’ambiente marino dopo questa esperienza?
Cambiare è un must! L’evoluzione avviene ogni volta che prendiamo coscienza di nuove informazioni e concetti. Devo ammettere che già dall’inizio mi sono trovata completamente allineata con il pensiero alla base di questa campagna, però ho sicuramente imparato molto da quest’esperienza e ho avuto la fortuna di approfondire maggiormente la tematica raggiungendo nuove consapevolezze.
Qual è la ricetta per un murale efficace e d’impatto?
Domanda molto difficile. Se parliamo di arte, non credo esista nulla che non si possa fare, non ci sono limiti. Per me la cosa più importante è partire da una sensazione e cercare di trasmetterla alle persone. Il modo in cui viene fatto è unico e ogni artista segue un cammino diverso senza avere uno schema preimpostato. Ogni forma d’arte tocca nel profondo una persona in base alle esperienze vissute e ai ricordi rievocati.
Quali sono le ispirazioni dalle quali solitamente attingi?
Ultimamente mi sono resa conto che attingo molto dalla mia cultura e dalle mie origini brasiliane. La cosa strana è che dobbiamo allontanarci dalle nostre radici per capire quanto in realtà siano radicate in noi.
Quali sono i tuoi progetti futuri?
Vorrei tantissimo proseguire con la street art. Mi è piaciuta tantissimo l’esperienza con Worldrise, è stata la prima volta e mi sono resa conto che vorrei fare altri progetti di questo tipo. Sto già cercando corsi per imparare ad utilizzare piattaforme in altezza. Sogno di fare dipinti grandi, arrivare fino a 20 metri e oltre.. voglio toccare il cielo con un dito.
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