L’ANNO DELLA TIGRE
Il Capodanno Cinese è una delle feste più celebrate in tutto il mondo: anche in Italia le tante comunità sparse nel territorio si preparano a questa ricorrenza che riunisce le famiglie, anche a tavola
di Martina Di Iorio
La chiamano anche festa di primavera, è a ben pensare a noi suona strano visto che cade sempre in un periodo dell’anno in cui stiamo ancora mangiando bolliti e tortellini in brodo. Ma in Cina, e per chi nel mondo parla la lingua di uno dei territori più vasti del pianeta, il capodanno cinese è la festa, che va onorata con riti e tradizioni secolari.
Al netto di dragoni e animali volanti, parate coloratissime e agghindate, segni zodiacali e superstizioni, nonché piatti e leccornie per stomaci lussuriosi, il Capodanno Cinese è una celebrazione che ha le proprie radici in un mondo molto lontano e che fa eco ancora oggi in maniera del tutto peculiare. Pronti a settare il proprio orologio alla mezzanotte del 31 gennaio, perché quest’anno si stappa grappa cinese per attendere l’arrivo del 1 febbraio, anno in cui inizia il nuovo anno lunare. La Cina, infatti, segue un calendario diverso da quello Gregoriano, il calendario lunisolare, nel quale i mesi iniziano in corrispondenza di ogni novilunio. Non si parla di astrologia o di altre cose bizzarre, semplicemente il capodanno non cade sempre nello stesso giorno e può variare di 20/29 giorni tra fine gennaio e fine febbraio. A partire da quel momento, la tradizione vuole che le festività durino per quindici giorni, concludendosi con la tradizionale Festa delle Lanterne. Una festa sentitissima, che ha una forte valenza familiare, da celebrare insieme secondo specifici rituali. In Cina come nelle nostre città italiane.
Abbiamo a proposito fatto una chiacchierata con alcuni membri della comunità cinese, che vivono e lavorano in Italia ormai da tanti anni. Come Jada Bai, una docente di lingua e cultura cinese, mediatrice culturale in lingua all’interno di scuole, ospedali e in generale istituzioni. Organizza webinar culturali e presentazioni di libri, e il suo lavoro va nella direzione di promuovere la cultura cinese nel nostro territorio. «Come il Natale per gli italiani, il Capodanno Cinese è la festa più importante per la Cina. Si festeggia l’arrivo della primavera e nella tradizione antica rappresentava un momento di abbondanza e goduria culinaria nelle campagne po- vere della nazione», L’abbondanza è proprio uno dei punti forti di questa festa, in cui le famiglie si riuniscono, si addobba la casa, si fanno piccoli regali ai bambini e si aspetta il countdown guardando in televisione il Gran Gala Nazionale, una trasmissione super seguita. Jada pensa che ci siano più assonanze che differenze con l’omonima festività occidentale: è un momento di grande aggregazione, con amici e familiari, si preparano tantissimi piatti e si sta insieme.
Mentre il nostro Capodanno rappresenta solo un momento di passaggio tra due anni, in Cina ha una valenza maggiore legata anche ad alcuni simboli tradizionali che influiscono sull’andamento dell’anno. I cinesi infatti, più spirituali di noi e legati da molto più tempo agli elementi del cosmo, lavorano su un magnifico sistema di astri, tradizioni, superstizioni come quelle sullo zodiaco. Lo zodiaco cinese, infatti, è strettamente legato a questa festività, e ogni anno scorre sotto le caratteristiche principali del segno che lo domina. Animali maestosi o leggendari, come tigre o dragone, accanto a quelli più umili come il cane o il topo. Jada mi spiega che il 2022 sarà sotto il segno della tigre, e ci sia aspetta rinascita, forza e grandezza.
Dal punto di vista culinario sono tanti i piatti che si susseguono alla tavola per i festeggiamenti del Capodanno Cinese. Nel nord del Paese si preparano i ravioli, al sud invece gli gnocchi di riso, il cui ideogramma vuol anche dire “anno alto”. In tutte le tavole troviamo il pesce, piatto tipico per eccellenza, A proposito, lo chef di BonWei a Milano, Zhang Guoqing (nato sotto il segno del Gallo), fornisce alcuni spunti interessanti: «Le pietanze immancabili per il Capodanno Cinese sono pesce e pollo. Specialmente il pesce, la cui traduzione in cinese ha significati simbolici e augurali: la parola, Yú, oltre che “pesce” traduce anche “abbondanza”. Non è un caso che venga servito in quantità tali da renderne certo l’avanzo, sempre per questioni scaramantiche, e con la testa rivolta verso l’ospite più importante. Perché la testa viene sempre prima della coda».
Il rosso resta il colore della tradizione: l’origine di questa festa risale a un’antica leggenda che racconta di un mostro, Nian, che era solito uscire dalla sua tana una sola volta all’anno per mangiare esseri umani: unico modo per salvarsi era spaventarlo con rumori forte e il colore rosso, di cui aveva terrore. Ecco perché ancora oggi le feste per il Capodanno sono accompagnate da canti, urla, fuochi d’artificio e dall’uso del colore rosso. Non c’è bisogno di arrivare in Cina per vivere questa celebrazione, anche in Italia è possibile immergersi in questa atmosfera incredibile attraverso le numerose parate che ci sono in giro. Dalla Chinatown di Milano, fa- mosa per la storica parata dei dragoni, arrivando a Roma (gemellata con Pechino dal 1998) addobbata anche nelle vie del corso con le tipiche lanterne, ovunque in Italia ci aggiunge a questa festa che parla di cultura, tradizione e inclusione.
Articolo pubblicato su WU 111 (dicembre 2021 – gennaio 2022)
Nella foto in alto: lanterne cinesi, foto di Bady Abbas da Unsplas
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