STEVE LYON – LASCIA STARE I TREND
Steve Lyon è uno degli ospiti di ‘Rimini in Musica’, manifestazione in corso nella città romagnola con tanti concerti ed eventi gratuiti. La sua masterclass dedicata alla produzione è in programma al teatro degli Atti il 31 agosto alle 20
di Dario Buzzacchi
Rimini in Musica, manifestazione dedicata alla musica con concerti ed eventi a ingresso gratuito con i protagonisti della musica italiana e internazionale, è in corso di svolgimento nella città romagnola. Tra gli ospiti di questa edizione c’è anche Steve Lyon, produttore e mix engineer londinese che ha lavorato nella sua carriera con artisti come Depeche Mode e The Cure ma anche con protagonisti della scena nazionale come Subsonica e Laura Pausini. Prima della sua masterclass che avrà luogo il 31 agosto alle ore 20 al Teatro degli Atti, abbiamo avuto l’occasione di intervistare Steve sulla sua carriera e sul suo approccio alla produzione. Gli abbiamo anche chiesto un consiglio per chi vuole provare a fare il suo lavoro: un “riassunto” lo trovate nel titolo di questo pezzo.
Il tuo percorso da ingegnere specializzato in meccanica ed elettronica a rinomato producer e mix engineer è qualcosa di intrigante. In che modo i tuoi studi hanno influenzato il tuo approccio al sound recording e all’industria della musica?
Sinceramente ho pensato che ottenere quel diploma accademico mi sarebbe servito per accedere negli studi perché pensavo che fosse difficile entrare in uno studio di registrazione come assistente senza alcuna esperienza. Infatti lo era, ma avendo conosciuto Glyn Johns, storico produttore di The Who, The Rolling Stones e The Beatles, per me non lo è stato. Ho avuto un posto in studio al suo fianco come prima esperienza, è stata una botta di fortuna! Chris ha riposto grande fiducia in me, nel mio entusiasmo e, alla fine, studiare non mi è servito, mi sono certamente divertito a farlo, ma non mi è servito per le produzioni.
Hai lavorato con artisti diversi tra loro per genere, nazionalità es esperienze, da Laura Pausini ai Depeche Mode, giusto per citarne alcuni. Come adatti il tuo stile di produzione alle esigenze e alle preferenze di artisti così diversi?
Mi adatto molto all’artista per capire che cosa desidera perché non posso portare lo stesso modo di lavorare e la stessa impronta con, per esempio, Laura Pausini, 99 Posse, Subsonica, Depeche Mode o The Cure. A me diverte lavorare con diversi generi di musica e ovviamente ho le mie preferenze, però artisti di quel livello sanno più o meno cosa vogliono. Porto ovviamente qualche idea, qualche modo di fare il suono, magari un consiglio su come registrare le cose in una certa maniera e alcune volte sono gli artisti che si adattano alla mia visione musicale. In generale, si tratta di una sfida con me stesso quella di lavorare con artisti diversi e mi piace.
Ci aiuti a capire come riesci, in fase di registrazione e mixing, a superare le sfide che ti si pongono davanti per raggiungere l’obiettivo di un suono e un’atmosfera musicale perfetta per un progetto?
Ogni progetto su cui lavoro porta con sé certe difficoltà, sfide da superare, come conquistare la fiducia dell’artista o presentare un suono nuovo o qualcosa di diverso. Questo fa parte del modo di lavorare che cambia a seconda dell’artista. Portare diversi suoni e atmosfere può, qualche volta, incuriosire l’artista con cui sto lavorando. Dopo anni di esperienza, gli artisti si fidano e sono più aperti a certe proposte. Ovviamente devo accettare anche io quello che vuole l’artista: è sempre una questione di scambio.
Hai lavorato con artisti leggendari e band emergenti. Come si fa a bilanciare quello che è il suono di riconoscibile di un artista cercando, allo stesso tempo, di spingersi oltre e proporre qualcosa di nuovo e fresco?
Penso di mantenere lo stesso approccio, con artisti famosi ed emergenti, ossia di trovare una soluzione per stesura, arrangiamento e suono che, a mio parere, è il migliore per quel brano e quel determinato artista. Alcuni hanno già un’idea in mente, qualche volta positiva, qualche volta da modificare, però, dopo aver lavorato un po’ con un artista, questo prende fiducia e accetta il modo in cui lavoro. D’altronde, se mi chiedi di lavorare con te sai già cosa ho realizzato in passato e allora mi lasci fare. Poi, in un secondo momento, ci si confronta. Devo dire che, in tutta la mia esperienza, non ho mai avuto problemi a trovare una soluzione nuova o un nuovo tipo di suono che possa mettere tutti d’accordo. Alla fine, il bello è che è sempre un lavoro di squadra.
Hai collaborato anche con artisti italiani come, per esempio, Laura Pausini e i Subsonica. Ci puoi raccontare qualche aneddoto legato al lavoro con qualche artista italiano?
Hai nominato Laura e i Subsonica: sono tutte e due esperienze molto molto belle. Io sono molto legato ai Subsonica, ho sentito Boosta poco tempo fa; forse ci vediamo prima che parta per Londra. Riguardo Laura, per esempio, ricordo un episodio successo quando stavamo registrando delle voci: lei non improvvisa molto alla fine dei brani, rimane sempre sulla stessa linea melodica. È una grandissima cantante e, una volta, parlando con lei e Paolo Carta, produttore di quel disco che stavamo incidendo – non ricordo se fosse su Invece no o La geografia del mio cammino – le avevo chiesto se potesse improvvisare o fare dei controcanti. Mi rispose che non era una cosa che solitamente era abituata a fare, così le dissi di prendere il microfono, sdraiarsi e mettersi comoda. Non era molto convinta all’inizio, ma poi le ho fatto capire che la cosa importante era provarci. Alla fine, è riuscita a farlo in parte dei brani che avevamo registrato quel giorno ed era molto sorpresa. È stata davvero una bella esperienza e lei è una grandissima persona e cantante, la stimo molto e abbiamo avuto modo di lavorare anche in diverse lingue (portoghese, italiano, spagnolo). Un’altra cosa bellissima che è successa è che una volta mia figlia (che adesso è grande, ma al tempo aveva 16-17 anni) era con in studio mentre stavo lavorando. Una volta, ho sentito lei e Laura che parlavano e lei correggeva l’inglese del brano che Laura stava cantando. È stato molto bello e Laura è stata molto gentile ad accettare di avere mia figlia in studio per quei giorni.
Sarai presente a “Rimini in Musica” con una masterclass: come si svolgerà e che cosa si devono attendere i partecipanti a questo evento?
In occasioni dell’appuntamento del 31 a “Rimini in Musica” terrò una masterclass dove presenterò qualche produzione, come usare certi plugin, come sistemare i file. In generale, riguarderà tutta la teoria dell’utilizzo del computer e poi analizzerò anche come produco alcuni suoni. In questa tipologia d’incontro, alla fine, la parte più importante sono le domande da parte di chi mi ascolta. A me piace sentire le domande degli altri e le curiosità che hanno. Diventa anche una sfida con me stesso rispondere in maniera adeguata a persone che, magari, non hanno mai lavorato in studio e che non sa come funziona, così come confrontarsi con altri tecnici che avranno delle domande specifiche. In ogni caso io spero che loro si divertano.
Qual è il consiglio che ti senti di dare a chi si avvicina a questa professione con il desiderio di lasciare il proprio segno sulla scena musicale?
Quello che consiglio è molto semplice: fare e non preoccuparsi dei trend. Seguire la propria strada, scoprire il proprio sound, se possibile lavorando con vari tipi di musica, e artisti. Ci sono tanti video su YouTube che hanno la pretesa di insegnare qualcosa però non insegnano nulla. Cercano di insegnare ai ragazzi un certo approccio, ma è un aspetto da scoprire da soli, il tuo modo di lavorare è il punto di partenza. Poi gli altri aspetti tecnici vengono dopo: non ho mai studiato musica e nemmeno gli aspetti tecnici dei computer, ho lavorato e imparato sempre al volo e secondo me la migliore scuola è questa. Ogni tanto, se è possibile, sarebbe bene assistere a masterclass in studi di registrazione che ti facciano sperimentare la pratica vera, non limitarsi a quello che si trova online su YouTube in cui si tratta solo tanta teoria. Tutto questo serve per scoprire il proprio suono e prendere sicurezza e consapevolezza.
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