THOÈ – I FEEL GOOD
L’artista originario di Reggio Emilia ha un background particolare, dove trovano spazio la danza hip hop e il canto lirico. Con pochi singoli si è distinto nella scena urban italiana, dove in molti attendono il suo debutto con un progetto più strutturato
di Enrico S. Benincasa
Ha scelto la musica perché lo fa star bene, ma anche per far star bene gli altri, Thoé, 22enne da Reggio Emilia con un passato tra la danza hip hop e il canto lirico, senza dimenticare una lunga militanza in un coro gospel come solista, è uno degli artisti più interessanti usciti nell’ultimo anno in ambito urban. Quattro singoli pubblicati senza ripetersi nei cliché di genere, ora è pronto a uscire con il suo primo EP, che vedrà la luce nei prossimi mesi.
Partiamo da come ti sei avvicinato al mondo delle arti. Hai iniziato con la danza prima di arrivare alla musica?
Sì, per un periodo sono passioni che sono andate di pari passo, ma facendo lezioni di canto mi sono accorto, giorno dopo giorno, dell’importanza che aveva per me la mia voce e quanto cantare mi faceva stare bene. Pensare che questa sensazione potesse essere trasmessa anche agli altri mi ha portato a concentrarmi sulla musica. La danza è, se vogliamo, il mio sfogo, la musica invece è una vocazione.
La danza, comunque, è qualcosa che fa ancora parte del tuo background…
Sì, e spero che, col tempo, ci sia la possibilità di portarla in pianta stabile dentro al progetto. Per me è naturale approcciare una canzone anche con il movimento ed è una cosa che si vede anche nei video e nei live.
Come approcci la scrittura di un testo?
Non c’è un metodo, alle volte ci sono cose che ti vengono di getto, altre invece sono meno istintive. Nei testi di questi pezzi ci sono molte cose legate alla mia vita. Con essi ho cercato di usare la parola per andare a fondo di una situazione che ho passato, non per forza piacevole, per cercare di affrontarla. Penso che tante di queste situazioni possano essere capite da chi mi ascolta, che magari ha vissuto sulla sua pelle momenti simili. Ed è una delle cose belle della musica, perché una canzone, attraverso chi la ascolta, può assumere nuovi significati, può continuare a “creare”.
Qual è il pezzo più di getto che hai scritto? E quello meno diretto?
Futurama è stato abbastanza semplice, è un testo che è uscito facilmente. Con Fiori Stanchi, invece, c’è stato un momento in cui mi sono sentito bloccato. Ho lavorato in studio con Vincenzo Colella e alla fine sono molto contento del risultato perché esprime bene lo stato d’animo che sentivo. È uno dei brani a cui tengo di più e che ho imparato col tempo ad amare.
Torniamo un secondo a Futurama, il tuo primo singolo. Com’è nata l’idea?
Ho sempre guardato Futurama quando tornavo da scuola, era una sorta di rito con i miei fratelli. In questo caso ho preso la parola e gli ho cambiato significato, l’ho intesa come la crasi di “Futuro” a “Ama”, come contrazione de “il futuro ti ama”. Alla fine la canzone è breve perché è una lettera che ho scritto, in cui ho deciso di inserire nel testo qualche riferimento al cartone di Matt Groening quasi per “contestualizzarlo”.
Per M’AMA, invece, hai collaborato con Johnny Marsiglia che ti ha voluto anche in un brano del suo disco. Come vi siete incontrati?
Non lo conoscevo di persona, ma lo conoscevo bene musicalmente perché me lo aveva fatto scoprire anni fa la mia insegnante di hip hop. Il rapporto è nato grazie alla mia manager, lui era rimasto colpito dai miei lavori e così siamo entrati in studio assieme. È stato tutto super naturale, Johnny è una persona molto empatica e capace di ascoltare. Nella musica questo è fondamentale.
Stai lavorando su nuovi brani o su qualcosa di più “strutturato”?
Non posso raccontare molto, ma sto lavorando su un EP che dovrebbe uscire a primavera. Non manca tanto a chiudere questo progetto, il concept e il titolo ci sono già. Da qui all’uscita di questo disco, però, farò qualche data dal vivo in Italia.
Intervista pubblicata su WU 123 (febbraio 2023). La foto in alto di Thoé è di Luca Trelancia, style Martina Frascari. Thoé indossa camicia Telagenova, durag Leonardovalentini
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