WAYNE KULKIN – CONNECTING PEOPLE
Session 01 è un nuovo progetto di P448 che va oltre alcuni “paradigmi” del mondo sneakers come limited edition e collabo. Ce ne parla Wayne Kulkin, CEO e Chief Creative Officerdel brand italiano
di redazione di WU
P448 guarda come sempre avanti e prova a portare qualcosa di nuovo nel mondo delle sneakers. Il progetto Session, lanciato nel mese di settembre con il primo “episodio” Session 01, è un tentativo di non limitarsi alla classica collabo o limited edition, ma di creare una piattaforma che consenta di realizzare qualcosa di unico partendo da un’idea, magari unendo le forze con un partner di assoluto rilievo nel suo campo. Ci ha raccontato il pensiero alla base di questa novità Wayne Kulkin, CEO e Chief Creative Officer del brand italiano.
Come nasce il progetto Session 01?
Il mondo cambia ogni giorno, ogni settimana, ogni mese. Stiamo forse attraversando un momento a livello globale non particolarmente felice, ma dobbiamo andare avanti e dedicarci anche alle cose che ci piace fare. P448 è un brand che racchiude all’interno del suo progetto sneakers diversi elementi come musica, arte, celebrities, sostenibilità. Grazie a questo mix abbiamo tante storie che possiamo raccontare e pensiamo che Session sia un veicolo più adatto per farlo rispetto alla classica collaborazione. È una piattaforma che possiamo usare per creare senza avere l’ossessione del calendario. Per Session 01 ci siamo concentrati sullo scegliere i migliori materiali in circolazione per elevare i concetti di ricerca e artigianalità. Non è detto che le prossime Session seguano le orme di 01 e i loro lanci non seguiranno necessariamente un calendario stagionale. Ma questo approccio flessibile è reso possibile dalle caratteristiche della nostra azienda.
Quanto ci avete messo per mettere a punto questa prima edizione?
Sviluppare un nuovo modello o un nuovo progetto dedicato alle sneakers richiede tempo. Con Session 01 siamo partiti a febbraio e, considerato il lancio a inizio settembre, il processo di sviluppo e realizzazione è stato piuttosto veloce.
Perché avete scelto questi tre modelli?
Una delle tre sneakers, Monza, è una nostra best seller, ci è sembrato quasi doveroso inserirla. Poi volevamo anche includere una silhouette bold, come la hi-top Rail. La terza scelta, la John in un’inedita versione Velcro, è stata il mezzo con cui poter dare l’idea di come possiamo lavorare bene sui materiali. Queste sneakers sono state per noi quasi delle tele bianche sulle quali poter dipingere, senza limitarci a seguire solo i trend attuali. Nel mondo delle sneakers ci sono tante aziende, per distinguerti devi fare qualcosa di speciale per connettere le persone.
Come lavorate per connettere oggi le persone a P448?
Oggi non posso più considerarmi giovane, ma rimango sempre molto attratto dalle culture e subculture giovanili. Per questo in P448 cerchiamo di coinvolgere persone che provengono da diversi ambiti come atleti, musicisti o creator. Quando lavoriamo a un prodotto performance, per esempio, vogliamo solo il meglio. Proprio per uno dei nostri modelli da skateboarding abbiamo avuto il supporto di otto atleti, alcuni anche olimpici, per creare il modello migliore possibile. Connettere le persone giuste con il mondo P448 è importante, e oggi tra i miei compiti c’è anche quello di cercarle in giro per il mondo.
Com’è nata la possibilità di collaborare con 10 Corso Como per Session 01?
Nel corso di questi mesi di progettazione, si è presentata l’opportunità irrinunciabile di collaborare, per il primo drop di Session, con uno dei più importanti concept store del mondo, per di più all’inizio della stagione autunnale È stato inaspettato, ma anche una bella soddisfazione.
Il vostro approccio alla sostenibilità è diverso rispetto a molti altri player del settore. Perché considerate la scelta di pellame proveniente da specie invasive utile in termini di sostenibilità?
Partiamo da una domanda: che cosa può fare un’azienda come la nostra in fatto di sostenibilità? Certamente può dimostrare il proprio impegno proponendo packaging eco-friendly, e cercando soluzioni di trasporto e la logistica a basso impatto ambientale. E poi? Secondo noi lavorare con materiali provenienti da specie invasive è una strada da percorrere, con l’obiettivo di salvaguardare la biodiversità delle aree a rischio. Per questo, nell’ambito del nostro Project Sustainability, impieghiamo pelle di pitone birmano, una specie che sta mettendo a dura prova l’ecosistema delle Everglades in Florida, ma anche di altre specie infestanti, come la carpa erbivora o il pesce scorpione, che rappresentano una minaccia in altri ecosistemi. Utilizziamo però anche materiali di origine vegetale e abbiamo realizzato una linea in pelle vegana partendo dalle bucce di mela. In futuro potrebbe essere utile approfondire nuove opportunità, partendo sempre da una valutazione dei processi di trasformazione in termini di carbon footprint. Comprendo che non tutti possano essere d’accordo con alcuni aspetti di questa visione, ma per me in questo momento è opportuno provare a fare piuttosto che non fare nulla, che in molti casi è il vero problema.
Come sarà la prossima Session, la 02? Puoi darci qualche anticipazione?
Probabilmente collaboreremo con uno dei tatuatori più famosi del mondo. Ci piacerebbe riuscire a realizzare anche prodotti custom, implementando un sistema che permetta all’utente di scegliere tra una serie di opzioni di personalizzazione disponibili online.
Oltre al progetto Session, come si evolverà P448 nei prossimi mesi?
Puntiamo a essere globali e a trovare sempre modi nuovi e inaspettati per avvicinare il pubblico al P448. Stiamo lavorando alle landing del nostro sito dedicate a ogni Paese, cercando di essere più vicini alle persone anche dal punto di vista della lingua e del modo di comunicare. Un altro obiettivo è aprire altri punti vendita del brand nell’ambito del nostro piano decennale di sviluppo retail, partendo con Londra e Parigi, ma pensando sempre questi spazi come luoghi in grado di connettere le persone.
Nella foto in alto: Wayne Kulkin