ELASI – TRAVELIN’ GIRL
Dopo i primi tre singoli e progetti interessanti come ‘Chi’, Elasi sta per tornare con nuovi progetti e, forse, il suo primo album
di Enrico S. Benincasa
Un nome che rimane in testa, un immaginario pop e colorato figlio di viaggi fisici, onirici e virtuali, una ricerca sonora interessante, che lascia soprattutto ben sperare per il futuro: sono questi gli elementi della musica di Elasi, giovane e curiosa artista proveniente da Alessandria. Abbiamo iniziato a conoscerla con i suoi primi tre singoli usciti nell’ultimo anno e mezzo, Benessere, Vivo di vividi dubbi e Si salvi chi può, ma già a breve arriveranno novità. Perché Elisa Massara (questo il suo nome di battesimo) ha tanta musica nel cassetto e, ovviamente, come tutti gli artisti ispirati, non vede l’ora di farcela sentire.
Il tuo primo singolo come Elasi si chiama Benessere: si può stare bene e scrivere di musica?
Il più delle volte scrivere è una terapia, in questo caso però è stato diverso. Quando ho scritto Benessere stavo veramente bene: ero appena tornata dalla Thailandia, stavo suonando la chitarra e mi è uscito questo ritornello così spensierato. È nato tutto da un incontro con una signora del posto con cui avevo legato: mi ha fatto riflettere sul fatto che, a volte, la risposta a tanti problemi che pensiamo di avere è semplicemente essere più “leggeri”.
Rimanendo sui titoli: come si vive di vividi dubbi?
Bene, finché non si affonda nel limbo dei dubbi (ride, NdR). Il nostro cervello è stimolato dalle domande che ci poniamo, è importante farsele ma lo è altrettanto non entrare in loop che non portano da nessuna parte. Quella è una canzone che non fornisce risposte, osserva solo che siamo alla ricerca di qualcosa e alle volte non sappiamo nemmeno cosa stiamo cercando.
È una melodia che hai sognato, giusto?
Sì, ho sognato di essere a un concerto di Michael Jackson e in quella situazione mi è venuta una melodia che poi mi sono ricordata la mattina successiva. Mi è capitato diverse volte di sognare di essere a un concerto o a una festa con artisti “impossibili”: una volta, per dirti, ho sognato di essere a un bellissimo party con gli Aerosmith (sorride, NdR).
La musica di Elasi è molto “colorata”, sia nell’immagine con cui la proponi, sia per via di varie contaminazioni musicali. Come fai ricerca musicale?
Sono per mia natura curiosa e ricerco sempre ciò che non conosco. In rete uso spesso radiooooo.com: incrociando anno e Paese del mondo puoi sentire di tutto, dalla musica che andava in Sri Lanka nel 1987 a cosa si ascoltava nei taxi del Belize negli anni Cinquanta. Anche quando viaggio “fisicamente”, però, la musica c’è: recentemente, per esempio, sono stata a Cuba e ne ho approfittato per seguire lezioni di percussioni cubane. Cerco sempre dischi e strumenti musicali strani da portarmi poi a casa, sperando di farceli stare in valigia.
Anche il tuo progetto Chi, con il quale hai coinvolto in tue composizioni musicisti da tutto il mondo, è una sorta di viaggio: come ti è nata questa idea?
Mi è venuto naturale, oltre a scoprire e campionare suoni e ritmiche diverse, provare a lavorare con quei musicisti che hanno approcci musicali diversi dal mio. Ho usato i social per contattare gli artisti e, nonostante le barriere linguistiche e la difficoltà di confrontarmi con persone con una grammatica musicale diversa dalla mia, sono riuscita a coinvolgere sette diversi musicisti da Bali, dal Mali, dalla Russia, dal Brasile, dall’India, da Singapore e dal Perù. È un progetto che rifarei senz’altro e mi piacerebbe anche conoscere questi artisti di persona: per il momento sono riuscita a incontrare proprio a Bali l’orchestra di gamelan che ha partecipato a questo primo “esperimento”, un’esperienza assolutamente unica.
Dopo questi primi tre singoli, cosa dobbiamo aspettarci nei prossimi mesi da Elasi?
Ci saranno sicuramente delle uscite, spero già a primavera. Ho tanti brani pronti, anche molto diversi tra loro, e l’idea di fare un album non mi spaventa, anzi. Da amante dei dischi, non vedo veramente l’ora di avere tra le mie mani un bel vinile con il mio nome stampato sopra!
Intervista pubblicata su WU 100 (febbraio – marzo 2020). La foto in alto è di Isabella Sanfilippo, style Greta Fumagalli, hair and make up Misaki Kato, style assistant Allegra Silva; giacca Cristiano Burani, T-shirt Element, dolcevita TPN, occhiali Snob. Thanks to Aldo Lurgo, artist at ProgettoFluido
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