SUPERFLUUUO – LA MUSICA A COLORI
Superfluuuo è un progetto nuovo dove musica e immagini viaggiano assieme, in un contesto pop colorato e addolcito da melodie che arrivano dai synth come in ‘Super-ep’, il loro primo lavoro
di Marika Falcone
Parlare con i Superfluuuo è come ascoltare il loro primo EP: ti proiettano nei loro sogni che poi diventano insolitamente concreti, ti fanno staccare per un po’ dalla realtà ma, quando sei sicuro di aver capito finalmente una cosa, ti rendi conto di non aver colto tutte le sfumature. Super-ep, il loro debutto, è uscito il 29 maggio per Hard Salomone e, tra creature anomale e animazioni radiose, c’è spazio per quattro tracce: Outro, Riviera, Origami e Formiche. Quest’ultima, appena uscita, è subito comparsa nella playlist Scuola Indie di Spotify destando curiosità su un progetto spiazzante e ricco di riferimenti sia sonori sia visivi.
Non c’è bisogno di conoscere i volti e le fisionomie dei componenti (Edoardo Castroni, Giovanni Calaudi, Teodoro Giambanco) dei Superfluuuo per capire quanto siano guidati da un istinto anticonformista e quanto poco interesse abbiano verso tutto ciò che non è strettamente legato alla loro mente e alla loro immaginazione. Superfluuuo è un progetto audiovisivo che si allontana dagli elementi più tristi della quotidianità per trascinarci in una fantasiosa festa in cui si vaga tra passato e futuro, analogico e digitale, sicurezze e incertezze nel tempo dell’animazione di un inciso. Il sound è una curiosa commistione di synth pop e lo-fi, dove cantautorato e sperimentazioni convivono senza fatica.
Per conoscere ancora meglio il loro immaginario e capire come è nato il gruppo, abbiamo scambiato quattro chiacchiere con Edoardo, Giovanni e Teodoro: ecco cosa ci hanno raccontato.
Possiamo dire che questo progetto non è proprio quello che siamo tutti abituati a vedere e ad ascoltare e infatti siamo proprio curiosi: quando e come è nato?
A dirti la verità non c’era consapevolezza di creare un progetto: Edoardo ha conosciuto Giovanni che stava fermo tutti i giorni in una fotografia segnaletica sopra il suo sciacquone. Questo incontro ha dato vita ad una serie di suoni ed immagini che avevano bisogno di una voce: il pensiero è andato subito a Teodoro, che urlava nella testa di Edoardo dai tempi della scuola, a quel punto si era già capito che dovevamo unire le due cose.
Per la scelta delle grafiche, mi viene da pensare che se Mirò fosse nato oggi non si sarebbe poi allontanato molto dall’immaginario colorato e magnetico che avete scelto di creare voi. In questo senso, potremmo quasi considerare il vostro un automatismo psichico nell’era digitale. Video e immagini sono stati creati realmente così o ci sono state scelte più ragionate dietro?
È decisamente un automatismo digitale della nostra era psichica. La musica ha aperto un portale nell’universo immaginario liberando le diverse creature, che hanno trovato nei suoni e nelle parole il loro habitat naturale.
E per i brani invece? Come nascono?
Per lo più nascono prendendo confidenza con lo spazio circostante che di solito è verde, comodo, subacqueo e con la giusta esposizione al sole.
La scelta di anticipare i pezzi dell’EP su YouTube e Instagram con questi video mi porta ora a non riuscire più a pensarli separatamente, sarà che non passano inosservati ed è difficile mettere una delle due cose (audio o video) in secondo piano. Sono nate prima le canzoni, avevate in testa prima lo scenario estetico o le avete immaginate contemporaneamente?
Nascono prima le canzoni, abbiamo esteso a vita reale un immaginario collettivo che già esisteva.
«Nessun posto è così bello quanto la mia testa»: e quindi sogni, immaginazione, fantasia… L’isolamento vi ha aiutato con il processo creativo o, al contrario, vi ha rallentati?
L’isolamento ci aiuta da sempre a percorrere le autostrade infinite del cervello, per cui anche questo è stato un periodo piuttosto proficuo.
Ci sono dei gruppi o degli artisti che vi hanno influenzato o ispirato nei pezzi? C’è qualcosa nel vostro progetto che mi fa pensare, per esempio, a certe cose di Davide Panizza (Pop X)…
Tutto quello che siamo riusciti a far suonare ha influito sul progetto. Non essendo nati con un obiettivo ben preciso non abbiamo mai preso in considerazione la scena italiana attuale di cui tra l’altro non siamo grandi ascoltatori.
Forse non è proprio il periodo storico adatto per chiederlo, però ero curiosa di sapere se immaginate un tour futuro e delle possibili suggestive performance dal vivo.
Ovviamente ci sarà, speriamo possa avvenire il prima possibile.
Superfluuuo è forse lontano da superfluo, eppure qualcuno potrebbe lasciarsi ingannare: perché bisognerebbe ascoltare questo EP?
Superfluuuo in realtà è superfluo, inteso come non indispensabile. L’uomo è superfluo in una realtà superflua. Un progetto superfluo di persone superflue per un immaginario superfluo, il cui motivo per ascoltarci subito è capire insieme se c’è davvero un motivo indispensabile per ascoltarci subito.
Superfluuuo su Instagram | YouTube
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