12H, LA VIDEO PLAYLIST DEL 20 GENNAIO
12H è una nuova video playlist per non dimenticarsi che la musica non si ferma e ci sono sempre nuove e belle canzoni da ascoltare
di Carlotta Sisti
“Do you believe in life after Red Ronnie-seduto-su-tavoli?” Questa la grande domanda, e la risposta temo sia la stessa di tutte le questioni della vita e della storia italiana, e cioè “Clemente Mastella”. Da lui, che manco più ci sperava, siamo tornati, con un viaggio lungo grossomodo 365 giorni, partito da un pipistrello cinese, ed arrivato, oggi, a The Clemente. Fosse vivo Roald Dahl me lo immagino inventare una storia meravigliosa su tutto ciò, piena di ratti volanti, giganti non proprio gentili e troll dai fulvi capelli armati di video camera che inseguono dei poveri miserabili per estorcere loro una frase ad effetto.
Ma non ci sono solo brutte notizie: una molto buona, per esempio, è che esiste e si può guardare (in lingua originale, pensate, che tempi meravigliosi per essere vivi) un documentario girato da Martin Scorsese su Fran Lebowitz, la più grande “scrittrice non scrivente” che vive della sua stessa aurea dal 1994, anno del suo ultimo libro Mr. Chas and Lisa Sue Meet The Panda e depositaria di risposte a domande sceme di questo tipo: «Come descriverebbe il suo lifestyle?» – «Non lo descriverei usando la parola lifestyle»; «Come si può acquisire il senso dell’umorismo?» – «Così come si può acquisire l’altezza». Lebowitz ha un nuovo libro in lavorazione dal 2003 e se non basta questo per farla essere la nostra eroina preferita, potremmo aggiungere questa sua frase da mettere nei libri di scuola: «Lo sa – disse all’ex sindaco di New York Michael Bloomberg che vietò il fumo nei ristoranti – come si chiama quando gli intellettuali sono a tavola e chiacchierano e bevono e fumano? Si chiama storia dell’arte».
Non è storia dell’arte, ma storia contemporanea di come, a volte, la stampa lavori di merda, la vicenda di Arnie Hammer, che titoli su titoli hanno riassunto con “attenzione, popolo, è un cannibale”. Qualcuno ha fatto causticamente notare che se così fosse, la vittima avrebbe faticato a denunciarlo, molti altri, invece, hanno guardato da fuori quella shitstorm impazzita, facendo notare che quel che si evince dai messaggi di Hammer, resi pubblici da diverse ex fidanzate, è che il fatto che sia una persona spregevole e abusante, ma che difficilmente avrebbe mangiato un altro essere umano. Per dire, se dovessi, e me ne guardo bene, ripescare dal buco nero dov’è giusto che stiano, certe conversazioni con individui che ho frequentato in disgraziati momenti della vita, potrei tranquillamente trovare tracce di deviazioni mentali le più disparate e potenziali crimini, terrorismo compreso. Ed è altrettanto probabile che le stesse cose siano uscite dalla mia tastiera.
A volte si è cretini oltre il concesso, a volte, come Hammer, si è sbronzi marci e si delira senza freni, questo non cambia il fatto che lui debba rispondere di pesanti accuse che gli sono state mosse, ma di cannibalismo temo, cari tabloid, proprio di no. Ma veniamo alla ragione per cui sono qui a scrivere, e cioè le uscite migliori degli ultimi giorni, in grado di rendere più belle le vostre giornate, nonostante il workout casalingo (anche voi ogni tanto mentre lo fate vi sentite da TSO?), le zoom e gli scambi di messaggi riassumibili in «non ce la faccio più-sono pien*-troviamoci sotto casa con due lattine di birra».
IL RISVEGLIO: ‘END OF THE ROAD’ DI NOGA EREZ
Amo Noga Erez da quando nel 2017 ha fatto uscire Off the Radar, il suo disco di debutto. Di lei mi piace tutto: il volto magnifico, lo stile naturale, fighissimo, preciso, frangia e completi come poche sanno portare, ma soprattutto, ovviamente, la musica, che ha qualcosa di M.I.A, come sound e come contenuto, e ha tantissimo solo di Noga. Questo nuovo video, poi, non accompagna soltanto uno dei pezzi più potenti del suo ultimo disco Kids, uscito lo scorso marzo, ma è anche un’opera, un’installazione artistica piena di pathos e di sincerità. Non è leggero, il testo, a dispetto di un ritmo bello da dance floor, perché, come lascia intendere il video firmato dalla regista Indy Hait, parla della paura della fine. Ha infatti spiegato Erez come il suo intento fosse «ispirare le persone a dare un’occhiata al potenziale magico della natura sconosciuta della vita. Credo che il rapporto con ciò che è al di fuori del nostro controllo debba essere cambiato. Il video non mostra un viaggio completamente ottimista, quanto piuttosto un percorso complesso. Ma affrontarlo è mille volte meglio che ignorarlo».
LA PAUSA CAFFÈ: ‘DOPPIO TAGLIO’ DI LAILA AL HABASH
Laila ha poco più di vent’anni e come ci sta insegnando questa generazione, è una tipo tostissima. Romana di quelle tanto insofferenti quanto innamorate della capitale, ha papà palestinese ma, come ha detto in un’intervista, «con abitudini più italiane di tutti gli italiani». Questo non significa in alcun modo che la parte araba della sua cultura non sia per lei preziosa, anzi, si capisce perfettamente quanto amore provi per essa e quanto abbia fatto bene alla sua musica. La new entry in casa Undamento al netto della giovane età ha classe da vendere ed è un obbligo morale accompagnare la pausa caffè con questa Doppio taglio, prodotta da Stabber, e lettera aperta che parla di un addio educato, disperato e agrodolce, dato a qualcuno che decide di andarsene dalla provincia per cercare fortuna altrove. «Un’arma a doppio taglio – ha spiegato la stessa Laila – è qualcosa che può avere sia vantaggi che risvolti indesiderati, classico di tante azioni impulsive della vita, come decidere di farsi un doppio taglio, appunto, pettinatura che, si sa, è il segnale più chiaro che si può dare ad un buttafuori per decidere di non farti entrare in un locale».
PRANZO: ‘IL MIO AMICO’ DEI MADAME ft. FABRI FIBRA
Piace decisamente di più questa Madame che amalgama la sua voce sinuosa e multiforme alle barre taglienti di Fibra, che quella invecchiata precocemente con i Negramaro. Questa è la hit perfetta, la combo perfetta tra due artisti che si capisce che si capiscono a vicenda (perdonate il pasticcio) e che si stanno divertendo a collaborare insieme. Mettici poi il fatto che Francesca sarà in gara a Sanremo, ed è subito sogno di vedere Fibra, come fu per Gué insieme a Mahmood, salire sul palco dell’Ariston.
APERITIVO: ‘CHEMTRAILS OVER THE COUNTRY CLUB’ DI LANA DEL REY
Avrò ascoltato questa nuova canzone di sua maestà Lana qualcosa come 56 volte, da quando è uscita, e ogni volta, appena parte, mi sale la pelle d’oca e non se ne va più. Anzi, se devo essere sincera, la magia di Lana è talmente devastante che temo ci sia scappata pure qualche lacrima. Sarò di parte, ma davvero vi sfido a citarmi un pezzo mal riuscito a questa artista diversa da tutte, che non balla, non twerka, non fa nulla di quello che fanno le altre pop star, ed è riuscita nell’impresa, comune a pochissime alto, di creare un genere tutto suo. C’è il pop, e poi c’è Lana Del Rey, che raccoglie intorno a sé una fan base che più variegata non si potrebbe: basta, infatti, condividere un frame del nuovo video in una story, per ricevere dichiarazioni d’amore a lei rivolte da metallari, hipster, gente che ascolta Jovanotti, amanti del rap, non appassionati di musica e via dicendo. E se c’è qualcosa da aspettare con la giusta smania, in questo 2021, è proprio il nuovo album di Lana, che gli ultimi singoli lasciano intendere sarà grandioso.
PRIMA DI ANDARE A DORMIRE: ‘0 BATTITI’ DI BRIVIDEE
Brividee è bellissimo da ascoltare live, per cui qui sotto trovate la versione acustica (alla chitarra Memento, viva!) della sua 0 battiti, pezzo che vi farà guardare fuori dalla finestra, con il buio e il silenzio che da un anno a questa parte sono molto più potenti, ripensando a certe cose, che sapete solo voi, ora agrodolci, ora vivide e feroci, ora languide eccettua. Il talento di Vittorio Motto, giovanissimo monzese e nuovo in casa Factory Flaws, sta tanto nella scrittura quanto nella dolcezza graffiante della voce. Di questo pezzo racconta: «Andavo al serale e a scuola c’era questa ragazza che mi piaceva tantissimo, con cui avevo iniziato a frequentarmi. Ero molto preso dalla situazione e sono impazzito letteralmente quando mi ha dichiarato di essere già in una relazione aperta con un altro ragazzo. Ricordo che in quel periodo mi diceva sempre “a volte ti agiti un po’” e questa cosa mi è continuata a rimanere in testa fino a spingermi a renderla parte della canzone. Ho capito alla fine che le canzoni si dedicano sempre alle persone sbagliate». E mica solo le canzoni, aggiungo.
BONUS INSONNIA: ‘VIVO’ DI ANDREA LAZSLO DE SIMONE
Per questo bonus, lasciamo spazio alle parole del suo autore, che così lo ha raccontato sul suo profilo Instagram: «Vivo non è un singolo e di certo non è sperimentazione musicale. É uno stato d’animo ed è un sito internet. A partire dalle ore 18:00 del 31 Dicembre 2020 ho condiviso per 12 ore un sito creato apposta per l’occasione da Valerio Bulla e Giulio Liberati. Telecamere in diretta da ogni angolo del mondo per mostrare le ultime ore di un anno durissimo. Non sapevo che cosa avrei visto e non avevo alcun controllo su quello che vi sarebbe capitato di vedere. Piazze deserte? Fuochi d’artificio? Un attentato? Un tricheco su uno scoglio? Quello che desideravo era che per qualche ora fosse possibile affacciarsi sulla realtà, perché mi manca il mondo e mi manca poterlo osservare senza la stomachevole narrazione dei media. Volevo vederlo e mostrarlo per quello che è: una grossa roccia viva, imprevedibile e irrazionale. Da oggi il sito è di nuovo attivo. Non dirò frasi del tipo “aspettando tempi migliori”, perché di vita ce n’è una sola ed anche se so che poteva capitarci un’epoca migliore, nel frattempo… Vivo. Buon proseguimento, un grande abbraccio. P.S. Qualche giorno fa ho abbandonato lo smartphone e mi sembra tutto bellissimo».
Nella foto in alto: Laila Al Abash, foto di Tommaso Biagetti
Clicca qui per la playlist di settimana scorsa
La playlist 12H di WU curata da Carlotta la trovate anche su Spotify, qui sotto il player
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