THE SPOT – SENTIRSI A CASA
The Spot è una nuova realtà nel panorama musicale italiano che prova ad approcciare il music business in maniera diversa. Ce ne parlano i suoi fondatori, Edoardo Del Chiaro e Dunkan
di Enrico S. Benincasa
Una delle novità del panorama musicale milanese (e italiano) di questo 2023 è The Spot, nuovo studio di registrazione che ha trovato casa in via Nicolo D’Apulia, a pochi passi da piazza Morbegno, centro nevralgico di NoLo. Attenzione a chiamarlo “solo” studio di registrazione, perché negli intenti dei fondatori, Edoardo Del Chiaro ed Edoardo “Dunkan” Medici, vuole essere qualcosa di più. I due hanno background diversi seppur legati al mondo della musica – Edoardo Del Chiaro si occupa di management in ambito musicale, Dunkan è invece un artista della scena rap nonché fonico – ma hanno unito le forze per creare un luogo che potesse aiutare chi fa musica a trovare tutto ciò di cui ha bisogno in un unico luogo. Le definizioni di cosa sia questa neonata “creatura” le lasciamo a loro e le troverete nella battute iniziali di questa intervista a cui ha partecipato anche Amos Vespero di Newd., casa di produzione e realtà attiva in ambito artistico che collabora con The Spot.
The Spot è uno studio di registrazione, ma non solo. Potete aiutarci a mettere a fuoco meglio le caratteristiche che lo contraddistinguono?
Dunkan: Siamo una realtà nuova che è nata quest’anno nella quale ci sono artisti, produttori, fonici e professionisti in altri ambiti che si possono interfacciare con la musica. The Spot nasce da un’esigenza: volevamo un posto dove poterci sentire a casa e fare musica, aiutando gli artisti che gravitano attorno alla nostra realtà per la parte tecnica, ma non solo. Stiamo provando a creare un luogo dove c’è un interesse reale per i progetti e dove è possibile seguirli su tutti gli aspetti.
Edoardo: Mi occupo di management musicale e mi è successo con diversi artisti di fare fatica a trovare posti, luoghi e persone giuste per portare a termine una fase del loro progetto. È un problema che ho affrontato anche nella mia tesi finale al SAE nel Master in Music Business. Oggi The Spot prova a rispondere a questo problema ponendosi sul mercato non solo come studio di registrazione, ma come agenzia specializzata in ambito musicale a 360 gradi, dove la parte musicale, la parte visiva – foto, video, styling – quella di management e di comunicazione sono affidate a pro nei rispettivi ambiti. Miriamo in futuro a espanderci e a diventare label e occuparci di editoria musicale.
Questa necessità di far confluire tutto in un’unica realtà è nata grazie a un episodio particolare o è maturata nel tempo?
D: L’esigenza dei manager che citava prima Edo, è ovviamente anche un’esigenza degli artisti. Non c’è stata un’epifania, non è stata una cosa di un giorno, ma aver trovato lo spazio fisico giusto per The Spot ha accelerato le cose. Non c’è stato nemmeno un vero e proprio esempio da cui prednere spunto, ma successivamente all’apertura abbiamo iniziato a sentirci dire: «Ah, state facendo come quello o come questo». Ci stiamo accorgendo strada facendo che il nostro è un modello di business più internazionale di quello tipicamente italiano.
Amos: Il mondo musicale sta cambiando, prima si cercava di emulare modelli mainstream per poi farne parte, oggi invece si possono fare grandi numeri anche da indipendenti. Questo perché si sono creati dei contesti culturali giusti come può essere questo. The Spot può essere un nuovo punto di incontro per fare sfruttare questa opportunità agli artisti, sopratutto per quelli che hanno una propria visione che strutture come questa possono permettere di raggiungere il massimo delle potenzialità.
D: Stiamo vedendo tanto consenso, ma il nostro intento non è mai stato quello di combattere un meccanismo, abbiamo creato The Spot perché ne avevamo bisogno. Il nostro obiettivo è, grazie a una prospettiva diversa, quello di portare a un livello superiore il mercato italiano.
Come vi ponete nei confronti degli artisti che desiderano utilizzare solo una parte dei servizi che offrite? Dal vostro punto di vista privilegiato, quanta musica c’è fuori che meriterebbe maggiori possibilità?
E: Come studio e agenzia di servizi offriamo soluzioni a ogni artista e cliente, quindi non per forza chi viene a registrare da noi viene poi seguito in tutti gli aspetti del suo progetto. In quelli a marchio The Spot, invece, come il recente lancio del primo album di Dunkan, Americano, c’è la nostra cura al 100%.
D: Il nostro è un posto per crescere, non un luogo di giudizio per gli artisti. In generale, a mio parere, stiamo incontrando artisti per i quali vale la pena investire. Sì, fuori c’è molto di più di quello che pensiamo.
C’è qualche episodio particolare, qualche aneddoto legato a The Spot che vi va di raccontarci?
D: Ce ne sono diversi. Qualche mese fa, per esempio, abbiamo ricevuto una richiesta di contatto da Brodie Fresh. Si trovava a Milano perché era in tour con Conway e stava cercando uno studio per registrare in città. Per lui era importante che ci fosse qualcuno che parlasse bene inglese e ci ha trovato. Già dopo pochi minuti che era con noi si è creata una bella chimica, tanto che ci ha detto: «Mi sembra di essere in uno studio americano, era quello che stavo cercando». A The Spot in quel momento c’era anche 22 Simba, si sono conosciuti e c’è stato talmente feeling che la sera stessa lo ha invitato sul palco del Biko durante la sua performance. Siamo ancora in contatto con lui e sicuramente continueremo a collaborare.
Quali sono i vostri progetti futuri?
E: Siamo usciti ora con l’album di Dunkan e con qualche altro singolo ma abbiamo ancora tantissimi progetti da far uscire e una serie di collaborazioni con altre realtà creative. Stiamo poi approcciando il mondo degli eventi in maniera importante. Vogliamo collaborare con altre realtà parallele nel nostro settore e anche provenienti da altri per creare altre opportunità.
D: Il fatto che tutto nasca da un’esigenza forte, ci spinge a portare le energie positive anche di fuori alle mura dello studio. Ci sentiamo a casa a The Spot, e vogliamo portare questa sensazione anche altrove.
Nella foto in alto, da sinistra: Dunkan ed Edoardo Del Chiaro
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