MERIO – TUTTI I MIEI PEZZI (PER ORA)
Merio è tornato lo scorso autunno con ‘Pezzi di Merio’, il suo primo album solista. Dopo il debutto live dello scorso novembre, torna sul palco il 1° febbraio a Torino allo Spazio 211. E a breve, è in arrivo un altro disco
di Enrico S. Benincasa
A distanza di circa tre anni dall’ultimo lavoro in studio con i Fratelli Quintale, Merio è tornato lo scorso autunno con Pezzi di Merio, il suo primo album solista. In questi periodo successivo all’interruzione del progetto con Frah si era fatto sentire con qualche singolo e relativo video, ma un lavoro un po’ più “organizzato” è arrivato solo ora, frutto probabilmente di riflessioni personali («Ora mi dedico al 100% alla musica», ci ha detto) e dell’aver composto un team che funziona con gli amici di una vita, Markino (che ha prodotto molte tracce dell’album, tra cui Settembre e Viola) e A. Manenti (autore dei video). Ne è uscito un album sincero, senza troppe sovrastrutture, dove Merio si confronta con sonorità differenti e dove i cambiamenti di mood da un pezzo all’altro non spezzano il filo conduttore che esiste tra le dieci tracce. Tornato sul palco a metà novembre, l’artista bresciano sarà di nuovo in tour a partire dal 1 febbraio (Torino, Spazio 211) per altri otto appuntamenti dal vivo fino alla metà di marzo (qui tutte le date).
Come sono andate queste prime date?
Molto bene, ho cominciato a Brescia, poi ho fatto Milano, Roma, Padova, Pistoia e Carpi. Tutte super, ma devo dire che mi ha colpito l’atmosfera che si è creata a Padova, davvero bella.
Com’è stato salire sul palco da solo?
Mi sono trovato benissimo, mi è piaciuto un sacco. Non ho avuto nessun tipo di problema, solo un po’ di timore all’inizio ma debuttare alla Latteria Molloy di Brescia mi ha aiutato.
Era doveroso iniziare da lì?
Sì, assolutamente, ci sta. Glielo dovevo.
Sei soddisfatto dell’accoglienza a Pezzi di Merio? È senza dubbio un disco eclettico, dove ti confronti con sonorità differenti in ogni brano…
Sì, sono soddisfatto. È vero che ci sono cambi netti tra un pezzo e l’altro, ma a mio parere non si perde il filo conduttore. Ogni brano ha il suo mood, è una scelta precisa perché in questo momento preferisco variare e non stare in quella comfort zone sonora che un certo tipo di beat potrebbe darmi. È il modo che ritengo più giusto per migliorare.
Pezzi di Merio è anche un disco che non sembra “studiato a tavolino”: i pezzi durano quello che devono durare, non c’è un’ossessiva ricerca dell’alternanza strofa/ritornello o a raggiungere per forza i minutaggi radiofonici. Sei d’accordo?
Sono dell’idea che in musica quando uno ha detto tutto, ha detto tutto. Poco importa che ci abbia messo 20 secondi o cinque minuti. Nei Pezzi di Merio i ritornelli non sempre si ripetono e le strutture sono a flusso, hanno una certa attitudine punk. Penso che questo sia il futuro, le durate delle canzoni si ridurranno sempre di più anche perché c’è una soglia di attenzione talmente bassa. Io stesso, quando ascolto musica, mi rendo conto che sono molto incline allo skip. L’obiettivo, oggi, è dire tutto nel miglior modo possibile e nel minor tempo possibile.
A quando risalgono i Pezzi di Merio?
Questo disco contiene principalmente canzoni scritte dal 2015 ai primi del 2018. Il pezzo più datato è Settembre, che forse addirittura risale al 2014. Era una canzone con un testo che mi piaceva molto ma che non consideravo quasi più, poi ci è tornata in mente e l’abbiamo sistemata. Il più nuovo invece è Viola, il pezzo che chiude il disco, che abbiamo praticamente realizzato su Instagram con una diretta.
Per il video di Settembre avete messo nel frullatore un sacco di ricordi visivi della vostra generazione, almeno di quella che ha vissuto davanti alla tv. Come avete scelto tutti i vari pezzi che compongono il video?
Inizialmente Settembre doveva essere un video con alcuni frammenti di filmati domestici, quelli che ti fanno quando sei bambino per intenderci. Poi a me, Manenti e Markino è venuta l’idea di riproporre spezzoni di pubblicità del passato di quando eravamo bambini o poco più, anche se ce n’è qualcuna che è forse più vecchia di noi. Ci sono quelle che ti restano in testa, insomma. Abbiamo iniziato un frame alla volta, avevamo una lista di circa 20 nomi e alla fine è venuto fuori un video.
È vero che hai praticamente un altro disco pronto?
Mi è rimasta fuori un sacco di roba da Pezzi di Merio. Ora siamo in “ritiro spirituale” io e Markino, abbiamo preso una casa in affitto dalle nostre parti per qualche mese qui nel bresciano e stiamo lavorando tanto. Facciamo musica tutto il giorno e siamo contenti di quello che sta venendo fuori. L’idea è di uscire con un nuovo video per poi concentrarsi sul disco nuovo. Non ho intenzione di far passare molto tempo per la prossima uscita discografica.
Parlando con te si capisce abbastanza chiaramente quanto siano importanti le persone che ti circondano…
È una fortuna, io Manenti e Markino siamo amici da quando siamo ragazzini. C’è un feeling particolare tra di noi, è difficile trovarlo e mi reputo molto fortunato. Da soli non si fa niente, tutto quello che c’è dietro è importante. Sembra una frase fatta ma è la verità.
La foto di Merio in alto è di Silvia Violante Rouge
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