ISNURH – UN LEGAME CIRCOLARE
Parte integrante del processo creativo che si cela dietro ogni loro collezione, la salvaguardia dell’ambiente è la colonna portante del successo di questo fashion brand danese. Ce lo spiegano Kasper e Oliver, i due giovani fondatori e designer
di Erna Dzaferovic
Nato dall’intuizione di due amici d’infanzia, Isnurh è un brand contemporaneo fondato nel 2017 a Copenaghen. Kasper Juhl Todbjerg e Oliver Abrenica sono le menti creative dietro al progetto, che celebra la circolarità della moda e fonde elementi del minimalismo scandinavo con l’artigianato. Le collezioni Isnurh promuovono valori eco-friendly e basano la lavorazione e la scelta dei materiali su principi semplici ed efficaci: qualità, responsabilità e sostenibilità. Consapevoli delle proprie differenze, i due creativi hanno deciso di combinare le proprie abilità e fare delle proprie diversità il loro cavallo vincente, come ci ha raccontato Kasper in questa intervista.
Cosa significa Isnurh e da dove deriva questo nome?
Isnurh è la storia di un’amicizia, di fiducia e lealtà reciproca. Isnurh non significa nulla, è in realtà il nomignolo con il quale io e Oliver ci chiamiamo da ragazzini, lui è sempre stato il mio Isnurh e io il suo.
Come nasce l’idea di creare un brand come il vostro?
Oliver è sempre stato un sarto di talento, bravissimo nel confezionare abiti e nella lavorazione artigianale, mentre io preferisco occuparmi delle vendite. L’unione di queste due abilità ci ha dato l’opportunità di creare qualcosa di fresco. Sogniamo di costruire una realtà unica, combinando due visioni differenti.
Il brand nasce dall’unione di due personalità molto diverse tra loro. Quanto è stato difficile far combaciare le vostre differenze per creare una forte brand identity?
Questo è il bello di conoscersi da 17 anni. Da sempre giochiamo, lavoriamo, viaggiamo e spendiamo la maggior parte del nostro tempo insieme. Conosciamo le qualità e i limiti l’uno dell’altro, e questo è sicuramente il nostro asso nella manica. È stato quasi immediato per noi capire che combinare i nostri due mondi sarebbe stata la carta vincente.
Cosa rappresenta la sostenibilità per voi? Ci potete fare qualche esempio per capire come si concretizza il vostro impegno nel corso della quotidianità lavorativa?
La sostenibilità è parte del nostro modo di essere e ragionare. Agli inizi, per esempio, era molto difficile riuscire a comprare una grande quantità di materiale, perciò acquistavamo solo pochi metri sfruttando al massimo ogni centimetro. Prendere decisioni consapevoli come questa è ancora alla base del nostro modo di fare ancora oggi.
In che modo sono sostenibili i vostri prodotti?
Dalla lavorazione alla materia prima, la sostenibilità è alla base di tutti i nostri progetti. Ci saranno delle novità molto interessanti per la primavera estate 2023. Quattro nuovi modelli, stampati e tagliati senza l’utilizzo dell’acqua, mentre il tessuto e l’inchiostro nella stampa saranno biodegradabili.
Pensi che l’industria della moda diventerà completamente sostenibile in tempi brevi?
Penso che il fast fashion dovrà affrontare un periodo difficile. Il futuro è promettente per i marchi emergenti, perché a oggi c’è una forte richiesta di qualità e funzionalità dei capi. L’unica cosa che mi preoccupa è di non tornare alle vecchie abitudini, come spesso tendiamo a fare.
Isnurh ha fatto un salto importante negli ultimi anni. Che impatto ha avuto questo cambiamento sul vostro metodo di produzione?
Non ci sono stati cambiamenti significativi. Lavoriamo ancora con gli stessi fornitori cercando di crescere con loro piuttosto che cercare nuove soluzioni più veloci. Isnurh è ancora una realtà piccola: siamo pronti per il prossimo step, ma stiamo cercando di fare tutto nel modo giusto senza affrettare i tempi.
È difficile coniugare artigianalità e ambiente?
L’artigianalità è una parte fondamentale della sostenibilità. Più un prodotto è buono e durevole, meno saranno le possibilità di spreco. Quando creiamo qualcosa cerchiamo sempre di impressionare i clienti per la qualità. Se stiamo attenti alla lavorazione e al valore di ciò che produciamo, riduciamo il rischio di resi e di conseguenza gioviamo all’ambiente.
Dove vi immaginate tra cinque anni?
Il desiderio è di portare Isnurh a essere considerato un marchio internazionale. Ci piacerebbe avere un team di almeno 20 persone e rimanere a Copenaghen, dove tutto ebbe inizio. La nostra speranza è quella di non affrettare i tempi, di fortificarci e spingerci oltre senza perdere la nostra essenza.
Articolo pubblicato su WU 118 (febbraio – marzo 2023)
Isnurh sito
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